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Come superare una sconfitta

Scritto da Patrizia Saolini

La sconfitte sono dolorose, ma fanno parte della vita. È possibile non solo superarle, ma viverle in maniera positiva e costruttiva? Ebbene, la risposta è sì.

Prima o poi, tutti devono fare i conti con una sconfitta. La doccia fredda può arrivare al lavoro o riguardare la sfera privata, ma gli effetti sono simili. L’autostima subisce un duro colpo e la fiducia in se stessi vacilla. Il rischio è di venire sopraffatti dai pensieri negativi e di crollare in pezzi, ma reagire è possibile. Anzi. È doveroso, perché un brusco stop è una preziosa occasione di crescita.

Per capire come superare una sconfitta e ripartire con nuova forza e consapevolezza, noi di Junglam abbiamo parlato con Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach italiana.

Come affrontare una sconfitta

Come spiega Marina Osnaghi, il modo di affrontare una sconfitta dipende da numerose variabili, a partire dal carattere e dalla consapevolezza di ciascuno. Ma in linea di massima, i modelli di comportamento sono due. C’è chi tende a farsi carico di ogni responsabilità (anche quelle sulle quali non ha controllo) e chi rifiuta ogni onere e lo fa ricadere al di fuori della propria sfera di influenza.

La Master Certified Coach osserva che entrambe le reazioni impediscono di elaborare davvero il fallimento ed espongono al rischio di inciampare di nuovo e con conseguenze peggiori. Invece, per ripartire con successo, è necessario oggettivare la sconfitta. In altre parole, Marina Osnaghi invita a guardare l’accaduto senza senso di colpa, alibi e pregiudizi e a riconoscere e stabilire i suoi contorni. Ma in che modo è possibile riuscirci?

La Master Certified Coach esorta a riflettere sul fatto che il fallimento è una condizione temporanea. Gli errori e le battute di arresto capitano, ma la vita va avanti. Non solo. Diventano una esperienza dalla quale trarre insegnamento per evitare che accadano di nuovo e di fatto una occasione per crescere e migliorare.

Marina Osnaghi osserva che fare propria questa consapevolezza aiuta a non cadere nella trappola dell’immobilismo (non agire per paura di sbagliare) e a ruota di superare il mito della perfezione. La sconfitta e il fallimento perdono la loro accezione negativa e diventano un valore positivo, in quanto elementi costitutivi dell’azione e dell’evoluzione.

Di pari passo, la Master Certified Coach sottolinea che per trasformare il fallimento in una opportunità è necessario – per non dire fondamentale – non cedere alle (facili) lusinghe del vittimismo. Attribuire a elementi esterni la responsabilità degli eventi negativi può sembrare consolatorio, ma in realtà equivale a dire che la propria esistenza è in balia di un destino imperscrutabile. Invece, ammettere i propri errori, debolezze e mancanze significa avere il potere di decidere di sé e delle proprie azioni.

Reagire a una sconfitta non solo è possibile, ma permette di vivere una preziosa occasione di crescita

Cosa imparare da una sconfitta

La sconfitta è senza dubbio una esperienza dolorosa, ma rappresenta anche una grande e preziosa occasione di crescita, perché spinge a guardare dentro di sé e a prendere coscienza del proprio modo di essere e di agire.

Per prima cosa, come osserva Marina Osnaghi, permette di fare il punto se stessi e su quello che si vuole davvero. Il fallimento è un campanello di allarme. Per esempio, può significare che gli obiettivi che si persegue non sono espressione di un desiderio proprio, profondo e reale, ma di un altro condizionato da fattori esterni e che non si vuole realmente raggiungere. D’altro canto, gli obiettivi possono essere veramente sentiti, ma irrealistici. In entrambi i casi, prendere coscienza della situazione, permette di (re)agire in maniera coerente e costruttiva. Nel primo caso, smettendo di spendere tempo ed energie in maniera inutile. E nel secondo, cercando nuove soluzioni e rivedendo la propria strategia.

A cascata, la Master Certified Coach spiega che prendere consapevolezza di sé consente di individuare i propri punti deboli e di forza e di conseguenza di riconoscere dove è necessario intervenire per migliorarsi e su quali talenti e capacità è possibile contare.

Non ultimo e contro quello che è il pensiero comune, la sconfitta permette di sviluppare fiducia in se stessi e nei propri mezzi. Rialzarsi dopo essere caduti è la dimostrazione che non solo un fallimento non è la fine di tutto, ma ridimensiona la paura di inciampare ancora e regala un nuovo, potente slancio per affrontare le sfide che la vita mette davanti.

Photo cover credits: Adobe Stock

Photo text credits: Agnieszka Boeske on Unsplash

Sull'Autore

Patrizia Saolini

Executive editor e corrispondente estera di JunGlam.com. Scrive dal 2010 su riviste di moda, beauty e lifestyle. Giornalista, Chief Happiness Officer e Life Coach con un Master di primo livello in Life Coaching riconosciuto dal Miur. É autrice di quattro libri sul retail coaching e l'ideatrice del marchio Retail Coach®. Per Junglam segue le maggiori fashion week internazionali e gli eventi lifestyle in Italia e all'estero, oltre che dedicarsi alla rubrica di Life Coach.