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Colichette del neonato: come riconoscerle e cosa fare

Scritto da Irene Lodi Rizzini

Non sono una vera e propria malattia, ma mettono a dura prova mamme e papà da sempre. Vediamo cosa si può fare per contrastare le temute coliche gassose.

Sei finalmente tornata dall’ospedale e non vedi l’ora di rientrare nella quiete e nel comfort di casa. Ed ecco che forse ti scontrerai con uno dei primi grandi ostacoli che metteranno a dura prova la tua resistenza: le violente crisi di pianto dovute alle coliche.

Come riconoscere le colichette: la regola del tre

Ben poco si sa delle cause che scatenano le colichette dei neonati, certo è che colpiscono sia i bimbi che si nutrono al seno che quelli che si nutrono di latte artificiale.

Il primo segnale per capire se il pianto inconsolabile del tuo bambino è dovuto a una colica, lo fornisce la cosiddetta “regola del tre” di Wessel, formulata dal pediatra americano Morris Arthur Wessel nel 1954: se la crisi di pianto parossistico dura per più di tre ore al giorno, per almeno tre giorni la settimana, per tre settimane consecutive o più, allora sono coliche. Ma vediamo nello specifico quali possono essere i sintomi.

I sintomi: crisi di pianto

In un lattante non tutti i pianti sono causati dalle colichette: un neonato può piangere per mille motivi, tenuto conto che il pianto è la sua unica modalità per entrare in connessione con gli altri, per il momento… Ma è colica se:

  • la crisi di pianto è davvero inconsolabile
  • è più frequente nelle ore serali (specie per i bimbi allattati al biberon)
  • è accompagnata da irrequietezza
  • il bimbo flette ripetutamente le gambe sull’addome
  • il bimbo fa frequenti movimenti di suzione con la bocca

I rimedi: partiamo dalle cause possibili

Non trattandosi di una vera e propria malattia, non esistono rimedi infallibili per tutti i bimbi che soffrono di coliche, ma si può tener conto del fatto che le cause – per quanto poco determinate – possono essere ricondotte a tre ipotesi principali:

  • Ipotesi allergica: spesso si ipotizza un’allergia alle proteine del latte o un’intolleranza alimentare; eppure le coliche si manifestano sia nei bimbi che si alimentano con latte materno che nei bimbi che si alimentano con latte formulato. Per questo motivo non sempre sostituire il latte con formule a base di soia o riso o altri idrolisati (cioè latti sottoposti a trattamento di idrolisi per ridurne il potere allergico attraverso la scissione delle proteine) rappresenta un rimedio valido, tanto più che moltissimi studi scientifici hanno dimostrato che ciò non migliora in alcun modo le coliche.
  • Ipotesi gastrointestinale: la più ovvia delle ipotesi è che ci sia un eccesso di gas prodotto dai batteri intestinali oppure ingerito nell’intestino per aerofagia, tale da provocare irritabilità e rigonfiamento addominale, eruttazione e flatulenza. Per questo motivo le coliche dei lattanti vengono anche dette colichette gassose.
  • Ipotesi psicorelazionale: l’adattamento ai nuovi stimoli da cui è circondato può generare nel neonato disagi e difficoltà che si manifestano con il pianto; inoltre, l’ipereccitabilità del bambino così come la difficoltà a controllare le proprie emozioni possono essere fattori scatenanti di pianti inconsolabili. In questa ipotesi, anche la comunicazione tra mamma e bimbo gioca un ruolo incisivo, così come il senso di inadeguatezza e l’ansietà della mamma e dei familiari.

Cosa fare per risolvere le colichette gassose

Sebbene sia un problema molto comune tra i neonati, le colichette gassose possono diventare un grandissimo fattore di stress per i genitori. Il bimbo piange disperato, a volte emettendo gas e aria che si sono accumulati nel pancino e che gli provocano dolore.

Per questo è importante che anche mamma e papà possano contare sull’aiuto di familiari, babysitter e chiunque sia disponibile per dare il supporto necessario a far recuperare loro le energie trascorrendo qualche ora di sereno distacco dal pupo.

Inoltre è sempre bene consultare il pediatra per ottenere tutte le indicazioni e le risposte adeguate al caso specifico del proprio bimbo. Il pediatra, infatti, ha il compito di escludere altre condizioni di malattia collegate a sintomi diversi che i genitori possono notare.

Consolare il bimbo

Un primo basilare rimedio è cercare di mantenere i nervi saldi e non rinunciare a rassicurare e offrire calore e affetto al proprio piccolo urlatore notturno. Parlategli dolcemente, cantante una ninna nanna oppure tenetelo semplicemente in braccio e coccolatelo.

Ricordatevi sempre che state cominciando a conoscervi reciprocamente in un contesto che per il vostro bimbo è totalmente nuovo: prima era abituato alla tranquillità avvolgente del vostro grembo, ora tutto è diverso, c’è luce, poi c’è buio, fa caldo, fa freddo, ci sono rumori… e la lista va avanti.

Cullare e distrarre

Un altro possibile rimedio è quello di cullare il vostro bimbo tenendolo a faccia in giù, appoggiato sul vostro avambraccio con braccia e gambe a penzoloni: mettete la mano aperta proprio sul suo pancino, in modo da tenerlo al caldo e tranquillizzarlo nella speranza che si addormenti.

Photo by Jude Beck on Unsplash

Servitevi anche di sonagli, carillon e suoni ripetitivi: provate ad accendere la cappa della cucina, il phon, la lavatrice… Strano ma vero, questi elettrodomestici per molti bimbi sono piacevoli – ad esempio la cappa ricorda quel rumore che sentivano quando erano avvolti nel grembo materno.

Provate anche a cambiare posizione in modo da offrirgli visuali differenti: portatelo a spasso per casa utilizzando la fascia oppure caricatelo in macchina e fategli fare un giro in auto (avendo rispetto di tutte le norme di sicurezza), spesso sui bimbi ha un enorme effetto calmante.

Ciuccio e fame

Assicuratevi che il pianto del vostro piccolo non si possa calmare con il ciuccio: il movimento di suzione, infatti, è per i neonati qualcosa di estremamente appagante e spesso un succhietto è sufficiente a consolare. Verificate anche che il bimbo non abbia fame e provate a offrirgli il seno o il biberon facendo però attenzione a non alimentarlo in modo eccessivo e forzato.

Il massaggio infantile

Alcune tecniche di massaggio sono di grande utilità per aiutare il neonato a ottenere sollievo proprio dai dolori delle colichette, come anche del meteorismo e della stipsi. Solitamente è bene massaggiare la zona attorno all’ombelico in senso orario, disegnando dei cerchi o delle “U” capovolte. Il suggerimento è quello di frequentare un corso tenuto da esperti in linea con l’Associazione Italiana di Massaggio Infantile (A.I.M.I.) dove imparare i movimenti corretti che potrete rifare a casa.

L’importante è proporre il massaggio al vostro piccolo in un momento di calma e tranquillità e non quando si scatena il pianto per il dolore delle coliche, così che lui associ i massaggi a una coccola. Le tecniche di massaggio sono utili anche a rafforzare il rapporto di intimità con il bimbo attraverso una comunicazione per lui potentissima, quella che passa attraverso la pelle e il senso del tatto.

Gocce per le colichette dei bimbi

Per attenuare le crisi più gravi e inconsolabili, d’accordo con il medico, si può ricorrere ad antispastici gastrointestinali quali Alginor gocce pediatriche. Tra i fermenti lattici, il più adatto ed efficace nei casi di colichette gassose sembra essere il Lactobacillus reuteri che si può trovare in gocce pediatriche come Colikind gocce. L’importante è rivolgersi sempre al proprio pediatra prima di somministrare un farmaco al neonato.

Cosa mangiare per contrastare le coliche

Se le coliche dipendono da un’allergia alimentare, allora ha senso porsi un problema dietetico. Per i bimbi che prendono il latte materno, si può sospendere l’assunzione di latte vaccino e di prodotti lattiero-caseari da parte della mamma.

Ci sono poi alcuni alimenti che possono creare problemi digestivi al neonato. Le mamme che allattano possono provare a evitare:

  • la caffeina
  • i cavoli (cavolfiori, broccoli, verza, eccetera)
  • i legumi come fagioli, ceci e lenticchie
  • il cioccolato
  • gli agrumi
  • le patate
  • i cibi piccanti
  • i cibi affumicati
  • i cibi ricchi di grassi
  • le castagne
  • panna montata e frappè
  • la maionese
  • le bevande gassate (compresi spumante e vino frizzante)

Il bimbo che prende il latte artificiale, invece, può assumere latti ipoallergenici e latti speciali di soia (ad esempio Mellin soia) o idrolisati proteici spinti di caseina come Nutramigen o Pregestemil, sempre su indicazione del pediatra.

In tutti questi casi le coliche tendono a scomparire generalmente dopo una decina di giorni.

Colichette in gravidanza

Durante la gravidanza i dolori che possono far pensare a delle coliche possono avere varia natura. Ci possono essere dolori addominali dovuti a problemi gastrointestinali legati alla nausea, all’acidità di stomaco o ancora all’alterazione della flora batterica dell’intestino a seguito di episodi di diarrea.

Altre possibili cause sono di natura renale: la futura mamma è più soggetta a patologie urinarie e quindi può avvertire fitte e crampi intestinali.

In ogni caso, quando si avvertono dolori o fitte alla pancia è sempre bene richiedere un accertamento medico per escludere l’insorgere di condizioni patologiche che possono essere dannose per mamma e bimbo.

Quanto durano le colichette dei neonati

Le coliche dei piccini, come indica la regola del tre, durano almeno tre ore al giorno e solitamente si manifestano nelle ore serali, anche se sembra che nei bimbi che prendono il latte materno possono presentarsi indifferentemente durante il giorno e la notte.

Una buona notizia? Tendono a scomparire naturalmente attorno al quarto mese di vita, quando l’apparato gastrointestinale del bimbo ha superato una iniziale fase in cui deve maturare e imparare a funzionare correttamente.

Cover photo by Daria Shevtsova from Pexels

Sull'Autore

Irene Lodi Rizzini

Coordinatrice della redazione di Junglam, esperta di moda e laureata in letteratura, collabora con Junglam fin dagli esordi, proseguendo l’esperienza di editing e coordinamento in redazione maturata in molteplici anni di lavoro sul web.