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The Bass: il “potere dell’arte contemporanea” nel cuore di Miami

Scritto da Patrizia Saolini

Ospitato in uno splendido edificio Art Déco, ampliato e ristrutturato dalle archistar Arata Isozaki e David Gauld, The Bass è un’eccellenza e un punto di riferimento nel panorama dell’arte contemporanea internazionale.

L’arte contemporanea è il cuore e il motivo di essere di The Bass. Ma non solo. È anche il “potere” che mette in connessione una moltitudine di persone diverse.

Ospitato nello storico Miami Beach Public Library and Art Center, uno splendido edificio Art Déco progettato da Russell Pancoast (nipote di uno dei pionieri di Miami Beach, John Collins), The Bass raccoglie artisti che “riflettono lo spirito e il carattere internazionale” della città. Il programma espositivo ha respiro internazionale e spazia tra una vasta gamma di media e punti di vista artistici, che comprendono anche discipline come l’architettura, il design e la moda.

Il museo al 2100 di Collins Avenue ha anche una forte vocazione divulgativa ed educativa, che prende forma in numerosi corsi, laboratori, attività ed eventi dedicati a studenti e visitatori di tutte le età.

La storia

The Bass è sorto nel 1964 per il mecenatismo di John e Johanna Bass. Grandi appassionati e conoscitori di arte, nel 1963 hanno donato alla città di Miami una collezione di oltre cinquecento opere (tra cui dipinti antichi, arazzi e sculture), ponendo come “vincolo” l’istituzione di un museo per la comunità. La nuova realtà è stata intitolata ai suoi generosi promotori e John Bass se n’è occupato in prima persona fino al 1978.

In seguito, il timone è passato nelle mani di Diane Camber, che ha diretto il museo per i successivi trent’anni. La storica dell’arte ha portato The Bass a diventare un’eccellenza e un punto di riferimento nel panorama dell’arte contemporanea internazionale ed è stata tra i promotori della prima delle due grandi trasformazioni strutturali del complesso museale.

The Bass si è affermato come un’istituzione culturale di primaria importanza e nel 2001 è stato ristrutturato e ampliato con uno spazio di oltre 1.500 metri quadrati progettato dall’archistar Arata Isozaki. Un secondo intervento di rinnovamento ed espansione è stato realizzato tra il 2015 e il 2017 e ha visto l’architetto giapponese collaborare in qualità di consulente per il design con il collega David Gauld. Il progetto ha portato alla costruzione di quattro nuove gallerie da 380 metri quadrati ed è costato 12 milioni di dollari (7,5 dei quali sono stati finanziati dalla città di Miami).

Phraseology. Photography by Zaire Aranguren. Image courtesy of The Bass

Ma The Bass non ha finito di crescere. Nel 2022, il museo ha ottenuto lo stanziamento di più di 20 milioni di dollari – autorizzato dagli elettori nel corso delle elezioni di midterm – e la cifra sarà utilizzata per aggiungere una nuova ala e aumentare (ancora) lo spazio espositivo.

Inoltre, nel 2009, il museo ha consolidato la propria governance in una istituzione senza scopo di lucro, ha assunto un nuovo direttore, eletto un nuovo consiglio e ha riorganizzato la propria missione e programmazione “per riflettere il nuovo sviluppo di Miami Beach come destinazione artistica”.

Le collezioni e le exhibition

The Bass propone di continuo mostre ed exhibition di assoluto valore. A fianco dell’esposizione delle collezioni permanenti, si avvicendano raccolte di opere di vario tipo e installazioni di respiro internazionale. Il programma è sempre ricchissimo e quello dell’anno in corso non fa eccezione.

El fin de la imaginación (The End of Imagination) di Adriän Villar Rojas con Mariana Telleria è senza dubbio una delle exhibition più suggestive. L’installazione su larga scala e site-specific comprende nuove sculture realizzate ad hoc, così come vecchi lavori ricontestualizzati.

Villar Rojas – il cui tratto distintivo sono le opere “materialmente ricche” – trasforma lo spazio creando ambienti ed esperienze immersive, che conducono i visitatori all’interno di “imprevedibili” microcosmi e li portano a riflettere sulla natura temporanea ed effimera della natura e della condizione umana. La narrazione di El fin de la imaginación è una riflessione sul modo in cui – in un futuro remoto, ma non troppo – la conquista della Luna, di Marte e di “qualsiasi altro paesaggio extraterrestre” influenzerà la “pratica passata, presente e futura della monumentalità e della commemorazione”.

Mariana Telleria, Untitled, 2021-2022. El fin de la imaginación, The Bass, Miami Beach, 2022 Photo credit: Zaire Aranguren. Courtesy of the artist and The Bass, Miami Beach

Un’altra straordinaria exhibition di The Bass è Between Absence and Presence di Carola Bravo. L’installazione temporanea – sarà visibile fino a gennaio 2024 – ha vinto l’ultimo bando di concorso della sezione New Monuments e si trova negli spazi all’aperto del museo a Collins Park.

L’opera dell’artista di origini venezuelane “sfida la commemorazione tradizionale e l’uso dei monumenti pubblici” per mezzo di un piedistallo capovolto e rivestito di una superficie specchiante, che riflette gli spettatori e l’ambiente circostante. Questa peculiare struttura intende mettere in evidenza “i valori invertiti della società”, da un lato (ri)portando il focus sugli spettatori e dall’altro invitando questi ultimi a riflettere sulla natura e la funzione del monumento come “mezzo per attribuire valore a persone, eventi e cose.

Between Absence and Presence fa parte del progetto New Monuments insieme ad altre quattro opere, che rendono omaggio all’epidemiologo cubano Carlos Finlay, al leader politico venezuelano Simón Bolivar, allo scienziato nicaraguense Luis Henry Debayle e allo scrittore cubano Jose Marti.

Carola Bravo: Between Absence and Presence, presso New Monuments a Collins Park, Miami Beach. Photography by Zaire Aranguren. Image courtesy of The Bass, Miami Beach.

The Harvesters di Jamilah Sabur è un’altra delle exhibition ospitate all’interno di The Bass ed è una complessa riflessione che affianca “l’incarnazione del lavoro fisico e l’estrazione di materiali geologici” a “modelli meteorologici globali estremi, metafisica e cambiamenti atmosferici planetari”.

Nelle gallerie sono presenti anche due esposizioni che raccolgono il patrimonio permanente di The Bass, ovvero Phraseology e una selezione di lavori di Reginald O’Neal, Kathleen Gildje ed Elliot & Erik Jimenez.

Photo cover: Adrián Villar Rojas, Two Suns I, 2015-2022 View installation at El fin de la imaginación, The Bass, Miami Beach, 2022 Credits: Zaire Aranguren. Courtesy of the artist and The Bass, Miami Beach

Sull'Autore

Patrizia Saolini

Executive editor e corrispondente estera di JunGlam.com. Scrive dal 2010 su riviste di moda, beauty e lifestyle. Giornalista, Chief Happiness Officer e Life Coach con un Master di primo livello in Life Coaching riconosciuto dal Miur. É autrice di quattro libri sul retail coaching e l'ideatrice del marchio Retail Coach®. Per Junglam segue le maggiori fashion week internazionali e gli eventi lifestyle in Italia e all'estero, oltre che dedicarsi alla rubrica di Life Coach.