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Cos’è l’intelligenza emotiva e come sfruttarla

Scritto da Patrizia Saolini

L’intelligenza emotiva è un insieme di abilità molto importanti, per non dire fondamentali, nella vita personale e professionale. Tutti la possediamo (almeno, in parte) e la buona notizia è che può essere allenata e sviluppata per condurci a una esistenza piena e felice.

Avere una mente brillante e un QI elevato è senza dubbio utile per avere successo nello studio e nel lavoro. Ma non basta a renderci persone migliori. E tantomeno rappresenta una sicurezza per avere una vita piena e felice.

La discriminante è rappresentata dalla capacità di leggere, comprendere e gestire le emozioni e i sentimenti e altrui e di utilizzare le informazioni acquisite per formare il nostro pensiero e guidare le nostre azioni.

Questo insieme di abilità prende il nome di intelligenza emotiva ed è una componente molto importante – per non dire fondamentale – nel percorso di formazione e crescita di ciascuno come individuo e per sviluppare una rete di relazioni reali, profonde e appaganti in ambito personale e professionale.

Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach qualificata in Italia, ci ha spiegato più nel dettaglio cos’è e come allenarla e sfruttarla.

Cosa vuole dire intelligenza emotiva

Di intelligenza emotiva si parla fino dagli inizi del XX secolo ed esistono diverse definizioni. Tuttavia, il primo modello al quale di solito si fa riferimento è quello proposto nel 1990 dagli psicologi americani Peter Salovey e John D. Mayer nell’articolo Emotional Intelligence.

Ma è la trattazione effettuata nel 1995 dallo psicologo, giornalista e scrittore statunitense Daniel Goleman nel libro Emotional Intelligence (Intelligenza emotiva: Che cos’è e perché può renderci felici) quella che ha portato l’argomento all’attenzione del grande pubblico.

Secondo il modello descritto dall’autore, l’intelligenza emotiva si articola in 5 macro aree, ovvero autoconsapevolezza, autogestione, automotivazione, consapevolezza sociale e gestione delle relazioni. A sua volta, ciascuna di queste si compone di micro aree, che specificano e approfondiscono gli aspetti costitutivi di ogni macro area.

Poiché si tratta di un insieme di abilità (che per definizione possono essere allenate e sviluppate), lavorare sulle micro e le macro aree permette di aumentare l’intelligenza emotiva.

L’intelligenza emotiva porta a una più profonda conoscenza di sé e permette di sviluppare relazioni solide e positive in ambito personale e professionale.

Il valore dell’intelligenza emotiva

Ma perché dovremmo impegnarci per sviluppare l’intelligenza emotiva? Come spiega Marina Osnaghi, prendere coscienza di noi e degli altri e imparare a gestire le emozioni e i sentimenti nostri e altrui permette di conseguire diversi e importanti benefici nella sfera privata e lavorativa.

Lavorare sull’autoconsapevolezza ci porta a conoscere e riconoscere il nostro io interiore, i nostri limiti e punti di forza, il nostro modo di affrontare la realtà e il nostro comportamento. Ed è il fondamentale punto di partenza per imparare a gestire noi stessi in ogni situazione.

La Master Coach osserva che una (più) salda e profonda conoscenza di noi e del nostro modo di affrontare la realtà e di interagire con essa ci permette di avere una visione chiara dei nostri obiettivi e dei mezzi a nostra disposizione per raggiungerli. Questo ci porta a migliorare la nostra autostima e a liberarci del vittimismo e dei pregiudizi nei confronti del mondo esterno. In altre parole, ci permette di entrare in risonanza con le persone che incontriamo.

E sviluppare l’empatia è la chiave per instaurare relazioni positive, oneste e profonde e creare una solida e soddisfacente rete sentimentale, affettiva e sociale.

Come aumentare l’intelligenza emotiva

Marina Osnaghi spiega che viluppare l’intelligenza emotiva con buoni risultati è possibile, ma bisogna lavorare con costanza e dedizione.

Come primo passo, la Master Coach invita a metterci in ascolto di noi stessi, delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti. Il suo suggerimento è di farci alcune semplici domande e annotare le risposte su un diario:

  • Come mi sento?
  • Perché provo queste emozioni/questi sentimenti?
  • Cosa mi comunicano?

In seconda battuta, ci consiglia di fermarci a riflettere se si tratta di emozioni o sentimenti nuovi o che abbiamo già provato (in questo caso, in quale circostanza) e a quali pensieri sono collegati o hanno generato. Anche in questo caso, annotando tutto per scritto.

Come terzo step, per approfondire la conoscenza di noi e del nostro modo di essere e agire nella realtà, Marina Osnaghi ci invita a chiedere dei feedback.

Imparare ad ascoltare in modo attivo e senza pregiudizi è propedeutico all’apertura verso il mondo esterno e le persone che incontriamo e/o che fanno parte della nostra vita e conduce all’empatia e alla creazione di legami personali e lavorativi solidi e positivi.

Photo cover credits: Adobe Stock

Photo text credits: Priscilla Du Preez on Unsplash

Sull'Autore

Patrizia Saolini

Executive editor e corrispondente estera di JunGlam.com. Scrive dal 2010 su riviste di moda, beauty e lifestyle. Giornalista, Chief Happiness Officer e Life Coach con un Master di primo livello in Life Coaching riconosciuto dal Miur. É autrice di quattro libri sul retail coaching e l'ideatrice del marchio Retail Coach®. Per Junglam segue le maggiori fashion week internazionali e gli eventi lifestyle in Italia e all'estero, oltre che dedicarsi alla rubrica di Life Coach.