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Inside Art Basel: Oscar Damiani, una vita tra il pallone e l’arte

Scritto da Patrizia Saolini

Dai campi di calcio come giocatore, al dietro le quinte del mondo del pallone come procuratore, fino alle gallerie e alle fiere dell’arte moderna e contemporanea. Oscar Damiani è un imprenditore di successo e un collezionista appassionato ed elegante.

Cosa ci fa un ex calciatore e procuratore di calcio ad Art Basel? Il mondo del pallone e quello dell’arte non potrebbero sembrare più diversi e lontani. Invece (co)esistono in perfetto equilibrio nella vita di Oscar Damiani.

L’ex ala di Vicenza, Napoli, Juventus, Genoa e Milan non è solo uno stimato procuratore di grandi protagonisti del calcio internazionale, ma anche un raffinato collezionista di arte moderna e contemporanea.

Art Basel e la Miami Art Week sono un appuntamento immancabile nella sua agenda e l’edizione 2021 non fa eccezione. Noi di Junglam vi raccontiamo la sua vita tra il pallone e l’arte e Oscar Damiani ci conduce alla scoperta di alcuni esclusivi insight dalla grande fiera USA.

Oscar “Flipper” Damiani

Era la fine degli anni ’60 quando Oscar Damiani debuttava in Serie A nel Lanerossi Vicenza, dopo avere militato nelle giovanili dell’Inter. Ed è proprio mentre muoveva i primi passi tra i cadetti della compagine di Milano che ha guadagnato il soprannome che gli resterà attaccato per tutta la carriera da calciatore (e anche dopo): “Flipper”.

A darlielo è stato Giovanni Invernizzi, mentre i motivi sono più di uno. Il giovane Oscar (all’anagrafe Giuseppe) era un appassionato dell’omonimo gioco ed era un’ala destra scattante, che si fermava e ripartiva come un molla e aveva un gran bel gioco di piedi.

Il gioiellino dell’Inter non ci ha messo molto a guadagnare la massima serie e dopo avere militato tre anni in Veneto, ha giocato a Napoli, a Torino nella Juventus, a Genova nel Genoa e a Milano nel Milan. Le stagioni con il Grifone (in A e in B) sono quelle che Oscar Damiani ricorda con più affetto, ma l’ex ala destra è rimasta nel cuore dei tifosi di ogni squadra in cui ha giocato. Non solo per le sue capacità, ma anche per la professionalità e la compostezza che ha sempre avuto in campo e fuori.

Oscar damiani ad Art Basel Miami 2021. Photo courtesy: Oscar Damiani

Dopo una breve parentesi negli Stati Uniti al New York Cosmos, Damiani è tornato in Italia e ha chiuso la carriera militando in serie cadetta con Parma e Lazio. Poi è stato uno dei primi ex calciatori a diventare procuratore. E ancora una volta, ha dimostrato di avere qualità da fuoriclasse. Tra i giocatori assistiti da Damiani ci sono ben quattro Palloni d’oro: Jean-Pierre Papin, George Weah, Zinédine Zidane e Andrij Shevchenko.

Ma la vita oltre il campo da calcio di Oscar Damiani è anche altro. L’ex ala ha sempre avuto il pallino dell’imprenditoria (realizzando progetti di successo) ed è un grande conoscitore e collezionista di arte moderna e contemporanea. La passione ha origini lontane. Damiani aveva vent’anni e ha acquistato un Sironi del 1932 che, come ha raccontato lui stesso, gli è costato “un mese di stipendio”. Da quel momento, è iniziato un viaggio nell’arte che continua ancora adesso, con un preciso carattere distintivo. Oscar Damiani colleziona opere di colore rosso.

Il libro L’arte nel pallone

Quella di Oscar Damiani è una vita da raccontare e l’ex calciatore ha deciso di farlo in prima persona con il libro L’arte nel pallone pubblicato da Chimera Editore.

Il volume corre su due strade parallele, che ricostruiscono l’esperienza sul campo e come procuratore e svelano la passione per il mondo dell’arte. La sfera pubblica e quella più intima e privata compongono una storia piena di emozioni e umanità e la narrazione dell’una e dell’altra è scandita da sette capitoli (come il numero di maglia che ha sempre indossato).

La copertina del libro L’arte nel pallone di Oscar Damiani. Photo credits: Chimera Editore

L’Oscar Damiani professionista del calcio (come giocatore prima e procuratore poi) è raccontato da Alberto Cerruti, una delle firme più importanti del giornalismo sportivo italiano, ed è il protagonista di un resoconto brillante che ripercorre in ordine cronologico la lunga e fortunata carriera dell’ex ala destra. L’altro Oscar Damiani, l’appassionato di arte e collezionista, prende forma nella narrazione di Angela Faravelli. La curatrice e giornalista attiva nel campo dell’arte contemporanea disegna la figura e la vita dell’ex calciatore attraverso una “catalogazione scientifica” delle opere (più di 100) che compongono la sua collezione.

I due mondi in equilibrio di Oscar Damiani sono rappresentati nella loro essenza anche da una precisa scelta cromatica: il verde (come quello del campo di gioco) per i titoli dei capitoli dedicati al calcio e il rosso (come il colore delle opere collezionate dall’ex ala destra) per quelli che parlano di arte.

Art Basel 2021: 4 domande a Oscar Damiani

Oscar Damiani si è avvicinato al mondo dell’arte formandosi da solo, studiando, dialogando con maestri del calibro di Gino De Dominicis, Mimmo Paladino e Nicola De Maria e ascoltando i consigli di grandi galleristi come Lia Rumma, Tornabuoni, Cardi, Mazzoleni. La sua passione e la sua competenza sono cresciute di pari passo e attualmente possiede oltre 100 opere d’arte rigorosamente di colore rosso (con un’eccezione rappresentata da Himmel Auf Erden di Anselm Kiefer).

L’ex calciatore, oggi procuratore e collezionista, è tornato ad Art Basel dopo l’edizione virtuale del 2020 e ha condiviso con noi di Junglam alcune impressioni.

Cosa ne pensa di questa edizione di Art Basel durante la pandemia?

Art Basel non si smentisce: si trovano opere bellissime. Poi ci sono case private con collezioni fantastiche. Ed è sempre straordinaria la proposta dei musei: il Rubell, il BASS e il Perez sono tappe imperdibili durante la Miami Art Week.

Qualche galleria o opera che l’ha colpita in modo particolare?

Senza dubbio la Galleria Tornabuoni. La sua proposta è davvero eccezionale. Direi “top”.

È cambiata la percezione del mercato dell’arte?

Per quello che ho modo di vedere io, il mercato non è cambiato. La regola è semplice ed è sempre la stessa: le opere belle costano, quelle meno belle non hanno mercato. Qui ad Art Basel ci sono opere bellissime, ma va detto che molte sono sovrastimate. E parlo di un 30% o 40%. Ragione per cui ci sono tanti visitatori, ma pochi compratori.

C’è qualcos’altro che le piace collezionare, oltre le opere di colore rosso?

Sì, colleziono bauli di Louis Vuitton. E poi orologi, soprattutto Patek Philippe.

Photo cover e gallery credits: Oscar Damiani

Sull'Autore

Patrizia Saolini

Executive editor e corrispondente estera di JunGlam.com. Scrive dal 2010 su riviste di moda, beauty e lifestyle. Giornalista, Chief Happiness Officer e Life Coach con un Master di primo livello in Life Coaching riconosciuto dal Miur. É autrice di quattro libri sul retail coaching e l'ideatrice del marchio Retail Coach®. Per Junglam segue le maggiori fashion week internazionali e gli eventi lifestyle in Italia e all'estero, oltre che dedicarsi alla rubrica di Life Coach.