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Come uscire da una relazione tossica

Scritto da Silvia Artana

Le relazioni tossiche sono dannose e fanno stare male, ma il paradosso di chi le vive è che non se ne rende conto. Ecco come prendere consapevolezza di un rapporto disfunzionale e uscirne.

La perfezione non esiste. Incomprensioni, tensioni e litigi sono parte di ogni rapporto e quelli di coppia non fanno eccezione. Ma quando il disagio è costante e l’infelicità e il dolore sono all’ordine del giorno, vuol dire che qualcosa non va.

Le relazioni tossiche sono dei veri e propri “legami” che non fanno stare bene e impediscono di crescere. Non c’entrano niente con l’amore, il rispetto e la fiducia e sono un pozzo senza fine di indifferenza, gelosia, competizione e prevaricazione. Eppure, chi le vive fa molta fatica a uscirne. Anche quando sfociano nella violenza fisica.

L’incapacità di dire basta sta tutta nel loro nome. Le relazioni tossiche sono chiamate così non solo perché avvelenano, ma anche perché creano una dipendenza. Sfuggire alla loro presa è difficile, ma non impossibile.

Come riconoscere una relazione tossica

Ammettere di avere un problema è il primo passo per risolverlo. Ma come si fa ad ammettere di avere un problema, se non lo si riconosce? Il paradosso delle relazioni tossiche è proprio questo: chi c’è dentro non sa di esserci dentro.

Il pensiero di dover fare i conti con sé stessi e le proprie paure spinge a trovare una spiegazione a tutto quello che non va e a giustificare l’altro. Ma mentire non serve a niente e a un certo punto non basta più. Molto spesso, poi, i campanelli d’allarme si sentono a malapena. A volte perché l’abuso è mascherato, come nel caso del love bombing. Altre perché l’abusante è un abile manipolatore e la vittima vive un rollercoaster di emozioni e sentimenti che le impedisce di vedere chi ha di fronte per quello che è davvero.

Quando si è in coppia e si prova un non meglio precisato “malessere emotivo”, vale la pena prestare attenzione ad alcuni segnali. Un partner critico e svalutante, che manca di rispetto, cerca di cambiare l’altro e non di rado lo umilia (anche in pubblico) deve fare riflettere sullo stato del rapporto. Così come uno che si dimostra in competizione su tutto, con problemi di fiducia e iper controllante. Le discussioni continue, le liti frequenti, la sensazione di vivere avvolti in una cappa di tristezza, rabbia e rancore sono altri campanelli di allarme di una relazione tossica.

I rapporti disfunzionali, dai quali stare in guardia, sono anche quelli dove si viene isolati dalla propria rete di affetti e relazioni e si vive in funzione di quello che pensa e vuole l’altro.

La violenza fisica è un altro segnale di pericolo di una relazione tossica e non bisogna mai sottovalutarla. Giustificarla e accettarla dicendo che è “una cosa da poco” o che “è capitata una volta sola” è una china ripidissima e scivolosa e bisogna arrestare la discesa prima che diventi inarrestabile.

Come affrontare una relazione tossica

Per uscire da una relazione tossica bisogna affrontare quello che è e che comporta e questo significa per prima cosa capire qual è il proprio ruolo al suo interno. Come ci si è finiti dentro? In quale modo si alimentano le dinamiche che la definiscono? Perché non si riesce a farne a meno, anche se fa stare male ed è dannosa?

Chi vive un rapporto disfunzionale si colpevolizza per tutto ciò che non funziona e giustifica il partner assumendosi ogni responsabilità di quello che va male, cambiando sé stesso e le proprie abitudini per compiacere l’altro, evitare i conflitti ed essere amato. Ma è un comportamento che non serve a niente, oltre a essere sbagliato e dannoso. Per liberarsi dalla stretta velenosa di una relazione tossica è necessario concentrarsi su sé stessi, (ri)prendere consapevolezza di chi si è e cosa si vuole e agire di conseguenza.

Questo significa che si può e si deve rifiutare di accettare ciò che nel rapporto non va bene e fa stare male. In altre parole, vuol dire che si può e di deve cambiare il proprio modo di vivere la relazione e anche scrivere la parola fine se si sente la necessità di farlo.

Il paradosso delle relazioni tossiche è che chi c’è dentro non sa di esserci dentro

Come chiudere una relazione tossica

Decidere di chiudere una relazione tossica è un conto, ma farlo è una cosa diversa. La “dipendenza” dall’altro e dalle dinamiche di coppia e – nei casi più gravi – il comportamento abusante e violento del partner sono ostacoli che rendono complicato e doloroso mettere la parola fine a un rapporto disfunzionale.

Per scrivere la parola fine a una relazione tossica è importante agire con consapevolezza e facendo affidamento su una reale, solida e profonda motivazione. Il rischio, diversamente, è di incappare nei logoranti e pericolosi meccanismi di “tira e molla” che portano le coppie a lasciarsi e a rimettersi insieme senza avere risolto i loro problemi, ma anzi ancora più fragili ed “esplosive”.

Avere un piano di azione è altresì cruciale per chiudere con successo un rapporto disfunzionale. Questo significa prendere coscienza di tutti gli aspetti – psicologici, fisici, pratici, burocratici e legali – che comporterà o potrebbe comportare mettere fine al rapporto e predisporre una strategia per affrontarli. Ma non solo. Vuole dire anche mettere in conto compromessi, rinunce, perdite e – nello scenario peggiore – un pericolo per la propria incolumità e fare in modo di avere le risorse mentali e materiali per non restare schiacciati dal loro peso o peggio.

Per tale motivo è importante essere onesti con sé stessi e non avere vergogna o paura di chiedere aiuto. La famiglia, gli amici, i professionisti della salute mentale, i consulenti legali e finanziari, gli assistenti sociali e le forze dell’ordine sono tutte risorse di fondamentale importanza nel processo che porta a chiudere una relazione tossica.

Ma come si fa a dire al partner che è finita? Nei rapporti disfunzionali non a rischio, sarebbe meglio parlare all’altro di persona. La decisione va comunicata in maniera semplice e chiara, senza giustificarsi o aggiungere spiegazioni inutili ed evitando di colpevolizzare l’altro. Nelle relazioni tossiche a rischio, invece, può essere necessario andarsene o non farsi più trovare dal partner. In alternativa è possibile dare appuntamento all’altro in un luogo pubblico, preferibilmente in compagnia di un amico o un’amica.

La modalità va valutata in base al rischio, mentre è sempre una strategia utile ridurre al minimo o azzerare i rapporti post rottura. Il “low contact” è l’approccio da adottare quando ci sono degli affetti o degli interessi in comune, come i figli, un animale domestico, il lavoro, delle proprietà e via dicendo. Mentre il “no contact” è quello da mettere in pratica se con l’altro non si ha niente da spartire.

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Photo text credits: cottonbro on Pexels

Sull'Autore

Silvia Artana

Dopo la laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie, ha conseguito un Master in Divulgazione Scientifica e ha mosso i primi passi nell'editoria occupandosi di scienza e tecnologia. Oggi scrive di moda, bellezza, benessere, lifestyle, cinema e TV per diversi magazine e testate digitali e svolge attività di copywriting, storytelling e ghostwriting online e offline. È giornalista pubblicista dal 2023.