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Fashion

Modelle famose degli anni ’90: la golden age delle supermodelle

Linda Evangelista
Scritto da Serena Serra

Bellissime e potentissime, idolatrate dal fashion system e venerate dal pubblico, le modelle più famose degli anni Novanta hanno disegnato e plasmato l’immaginario delle donne di tutto il mondo.

Carla, Linda, Claudia, Helena, Kate: ancora oggi è sufficiente il nome per identificare istantaneamente le modelle più famose degli anni ’90. Statuarie ed economicamente potentissime, venerate dal fashion system e dal pubblico, le supermodelle dei Nineties sono tra le modelle più famose di sempre, sono le muse di Gianni Versace, i primi Angeli di Victoria’s Secret o, come Kate Moss, le madri putative delle “bellezze imperfette” che tuttora calcano le passerelle.

Linda Evangelista, il camaleonte

Uno Stradivari forte e contemporaneamente flessibile, così Karl Lagerfeld definì Linda Evangelista sottolineando quello che è stato il segreto del suo successo: la personalità versatile e camaleontica. Canadese di origini italiane, Linda nasce nel 1965 e a quindici anni, mentre partecipa a un concorso di bellezza, viene notata e messa sotto contratto da un talent scout dell’agenzia Elite.

Trasferitasi a New York, Linda posa per la sua prima campagna importante, quella per il profumo Black Opium di Yves Saint Laurent, ma la consacrazione e l’ascesa all’olimpo delle top model avviene nel 1988 grazie a Peter Lindbergh, che la convince a tagliarsi i capelli con un taglio corto decisamente insolito per le modelle di allora. Sulle prime sembra un passo falso, la presenza di Linda viene cancellata da ben 16 sfilate, ma già dalla primavera dell’anno successivo il suo nuovo taglio di capelli diventa l’hairstyle di stagione.

Tenace e determinata, e contemporaneamente capace di reinventarsi di continuo, Linda Evangelista riesce non soltanto a costruirsi una carriera strepitosa, ma anche a inventare un nuovo paradigma estetico: i capelli corti tornano a imporsi sulle passerelle così come sulle teste delle donne comuni che chiedono ai propri parrucchieri di riprodurre fedelmente “The Linda” o “The Evangelista”, come venivano chiamati i tagli di capelli ispirati a quello della modella.

Insieme a Naomi, Claudia, Cindy, Christy, il nome di Linda Evangelista diventa sinonimo di un messaggio che andava oltre quello dei brand di cui erano testimonial: le modelle più famose degli anni ’90 rappresentano ciascuna una personalità con caratteristiche identificabili e ben definite. E di questo mondo che andava cambiando Linda diventò una delle figure più importanti, grazie ai grandi fotografi che la immortalarono, ma soprattutto agli stilisti come Versace e Dolce & Gabbana di cui diventò testimonial e musa ispiratrice.

Helena Christensen, la creativa

I geni danesi ereditati dal padre e quelli peruviani della madre si fondono alla perfezione nella bellezza statuaria di Helena Christensen, dando origine a occhi verdissimi, zigomi scultorei e a quello che Gianni Versace definì “il corpo più bello del mondo”. Nata il giorno di Natale del 1968, Helena è Miss Danimarca nel 1987 e rappresenta la sua nazione a Miss Universo l’anno successivo.

Del 1989 sono la sua prima copertina su British Vogue e l’inizio della relazione con Michael Hutchence, frontman del gruppo australiano INXS. Quando, diciannovenne, arriva a Parigi, è subito sul set con Peter Lindbergh e in passerella per Karl Lagerfeld, ma è per Versace che appare nella sua prima campagna pubblicitaria importante.

Angelo di Victoria’s Secret insieme a Tyra Banks e Stephanie Seymour e protagonista del video in bianco e nero della canzone Wicked Game di Chris Isaak, Helena negli anni ’90 è sulle copertine di tutte le riviste più prestigiose e lavora con i fotografi più importanti.

Finita la relazione con Hutchence, Helena sposa l’attore Norman Reedus dal quale nel 1999 avrà il figlio Mingus, modello a sua volta. Nello stesso anno fonda il magazine Nylon, di cui è anche direttore artistico: questo ruolo le dà la possibilità di dedicarsi all’interior design e alla fotografia, le sue due più grandi passioni.

La sua vena creativa e imprenditoriale non si ferma qui: nel 2005 apre a New York una boutique dedicata all’antiquariato e ai designer danesi e ad Amsterdam inaugura la sua prima mostra personale. Nel 2010 fotografa la collezione del brand svedese di abbigliamento Odd Molly di cui era stata testimonial e si scopre designer per Triumph, Kipling e per la casa di occhiali Specsavers.

Il suo amore più grande resta sempre la fotografia che, accompagnandosi all’interesse umanitario, la fa diventare ambasciatrice di OXFAM per cui realizza un reportage sulle conseguenze dovute ai disastrosi cambiamenti climatici. Le sue foto di capanne travolte dalle piogge alluvionali e di ghiacciai distrutti vengono esposte al palazzo delle Nazioni Unite e, infine, raccolte nel libro fotografico Meltdown.

Christie Turlington, l’impegnata

Nata nel 1969 da padre statunitense e madre originaria del Salvador, Christie Turlington viene scelta a soli 17 anni dai Duran Duran per il videoclip della canzone Notoriuous, esperienza che ripeterà nel 1990 per George Michael, che la vorrà insieme a Naomi Campbell, Linda Evangelista, Tatjana Patitz e Cindy Crawford nel video di Freedom!

Finiti gli studi, a 18 anni Christie decide di dedicarsi a tempo pieno alla carriera di modella, posando per le campagne di Revlon e Missoni e diventando la testimonial del profumo Eternity di Calvin Klein. Negli anni ’90 Christie colleziona più di 300 copertine, è il volto di Maybelline, una delle top preferite da Gianni Versace ed è anche parte della cosiddetta “trinity” insieme a Linda e Naomi, a formare il trio di modelle più famoso degli anni ’90.

Nonostante gli impegni in passerella e i contratti con maison come Estée Lauder, Chanel e Ferragamo, Christie riesce a laurearsi in storia dell’arte e a mettere a frutto la sua passione per lo yoga e le religioni orientali creando una linea di trattamenti ispirati all’Ayurveda.

Bella e famosa, ma anche colta e impegnata, Turlington negli anni ha sfruttato la sua fama impegnandosi in eventi charity e opere di sensibilizzazione: nel 2010 gira il documentario No Woman, No Cry e fonda l’associazione Every Mother Counts per denunciare le carenze sanitarie e l’alta mortalità per parto nei paesi del terzo mondo.

Claudia Schiffer, la timida

A vederla inguainata in lamé dorato, statuaria su un piedistallo nel tributo che Donatella Versace ha voluto per il ventennale dell’omicidio del fratello Gianni, sembra impossibile che Claudia Schiffer ripensi a se stessa come una ragazzina timida, chiamata “l’anatra” dai compagni di scuola per le gambe a X e il sedere sporgente.

Nata il 25 agosto 1970 in Renania, Claudia a 17 anni viene notata da un talent scout in una discoteca di Düsseldorf ed è talmente introversa che, ha raccontato anni dopo l’uomo che l’aveva scoperta, quando le propose di fare la modella Claudia non voleva credergli. L’anno dopo è già sulla passerella di Chanel.

Questo pizzico di ingenuità infantile, unito al broncio sexy che permise alla fotografa Ellen von Unwerth di paragonarla a Brigitte Bardot, sarebbero stati gli elementi distintivi e caratteristici di una carriera che passa dagli shooting di Richard Avedon alle passerelle di Versace, Valentino, Dolce & Gabbana, fino a indossare per il catalogo Victoria’s Secret 1996 il Million Dollar Miracle Bra, il primo Fantasy Bra del brand di lingerie.

Ritiratasi ufficialmente dalle passerelle nel 2009, l’ex brutto anatroccolo oggi si è trasformato in imprenditrice: il nome Claudia Schiffer firma linee di make up e di maglieria in cashmere.

Kate Moss, la trasgressiva

Fragile e trasgressiva, scandalosa ed elegante, Kate Ann Moss da Croydon, monotono sobborgo londinese, cresce in una famiglia sempre a un passo dalla separazione, frequentando saltuariamente la scuola e cercando di scappare dalla noia della periferia.

L’occasione si presenta al ritorno da una vacanza alle Bahamas, quando l’eccentrica talent scout Sarah Doukas la nota all’aeroporto JFK: “È piccola, ma con quel viso e quella grinta cercheranno di imitarla tutti a New York”, pare abbia detto, colpita dal fisico acerbo e dal fascino non convenzionale della quattordicenne Kate.

Nei primi tempi della sua carriera i rifiuti sono molti: Kate Moss è gracile, alta appena 170 cm, completamente al di fuori del canone delle modelle dell’epoca. A rivelarla al mondo e a imprimere una svolta inaspettata ai criteri della cover girl sarà la fotografa Corinne Day e la copertina del luglio 1990 di The Face.

È il momento di volare a New York e di portare oltreoceano la bellezza senza artifici di Kate Moss, la rivoluzione anti-top model. Gli Stati Uniti le fanno guadagnare una copertina su Vogue, la celebre campagna per Calvin Klein, il debutto in passerella e un’ondata di polemiche: Kate è troppo magra, è anoressica, è “heroin chic”.

Ma le critiche, la vita turbolenta ed eccessiva non fanno altro che aumentarne il fascino: Kate ha una storia con il fotografo Mario Sorrenti, poi con Johnny Depp, poi aspetta un bambino da Jefferson Hack, l’editore di Dazed and Confused.

Nel 2002 nasce Lila Grace e nel 2005 Kate è già al fianco di Pete Doherty, con il quale viene filmata mentre sniffa cocaina. Gli scatti appaiono sul tabloid Daily Mirror, “Cocaine Kate” perde i contratti con Stella McCartney, Chanel e Burberry. Mentre Kate Moss è costretta a chiedere scusa pubblicamente, la sua storia d’amore naufraga, ma è solo una parentesi.

Nel novembre del 2005 è in copertina su W, in quello del 2006 è “modella dell’anno” per il British Fashion Council; nel biennio 2005-2006, secondo Forbes, Kate Moss triplica i suoi guadagni diventando la seconda modella più pagata dopo Gisele Bündchen.

Cover photo credits Soevermedia.com

Sull'Autore

Serena Serra

Laureata in editoria e giornalismo ed esperta di comunicazione e brand management, si dedica alla creazione di contenuti per portali e siti web. Per Junglam.com è redattrice moda, beauty e lifestyle.