Chiara Ferragni, emblema delle fashion blogger prima e dell’influencer dopo, risulta divisiva per l’opinione pubblica da quando questa ne è venuta a conoscenza. C’è chi la osanna e non si perde nessuno dei suoi slice of life su Instagram e chi la vorrebbe vederla alle prese con un “lavoro vero”.
Mentre la mitizzazione della sua figura è una conseguenza dell’ottimo lavoro – sì, vero – di comunicazione svolto da lei e dal suo staff, bisogna soffermarsi sull’astio che attira come se fosse la causa di tutti i mali del mondo, spesso con risultati da doppia morale sovietica.
La mitizzazione dell’influencer e il ruolo della Ferragni come donna
L’ipocrisia di fondo è data quando si condanna la vernice lanciata contro la statua di Montanelli e contemporaneamente The Blonde Salad assurge a modello negativo per la donna. Ci sono vari livelli di lettura di questo corto circuito culturale: la mitizzazione del giornalista, in quanto “lavoro vero” e “uomo contestualizzato al suo tempo” e il discredito di Chiara Ferragni che suscita invidia non solo perché è una donna realizzata a livello lavorativo ma ci riesce pur mantenendo il ruolo di madre e moglie.
Non a caso, risulta – agli occhi di buona parte dell’opinione pubblica – più simpatica adesso che prima, fosse anche solo che il marito, il rapper Fedez, risulta più malvisto di lei per presunti demeriti musicali (chi scrive è esente da questa opinione, ascoltando tutt’altri generi).
Spero non risulti ardito il parallelo di attualità fra i due personaggi, ma quando si trovano gli stessi profili Facebook scagliarsi contro Indro Montanelli e contemporaneamente contro la Ferragni risulta evidente come ormai si getti tutto in un unico calderone condito con astio.
Chiara Ferragni è imprenditrice di sé stessa
Se proprio bisogna dare un’etichetta alla ragazza è proprio questa: imprenditrice. Dal nulla, o da poco, Chiara Ferragni è stata in grado di andare oltre anche il concetto di influencer e non solo, a pieno titolo e molto più di tanti sepolcri imbiancati ha raccontato la sua storia in una lezione ad Harvard, ha firmato l’acqua Evian con l’occhio che le fa da marchio e guadagna molto più di imprenditori nati dal Web, ma più canonici come Salvatore Aranzulla.
Queste sono solo tre situazioni configurabili come tappe verso questa auto-realizzazione professionale e al contempo oggetto di grande critica da parte del pubblico, il quale, non rendendosene conto, brucia fino a diventare carburante per questa formidabile macchina da guerra e da soldi.
Chiara Ferragni è una imprenditrice a tutto tondo. Dovrebbero studiarla nei corsi di Marketing, altroché.
Cover photo: Soevermedia