La durata media di una gravidanza fisiologica è di 40 settimane che corrispondono a 280 giorni – vale a dire un po’ più di 9 mesi.
Già alla 37^ settimana la gravidanza si considera a termine e può protrarsi fino alla 41^ settimana; superato questo termine, a partire dalla 42^ settimana, il parto generalmente viene indotto perché da questo momento la placenta non è più in grado di apportare i nutrienti e può causare problemi al bimbo.
Possiamo così distinguere in base all’epoca della nascita:
- gravidanza a termine: tra la 37^ e la 41^ settimana
- gravidanza pretermine (o parto prematuro): prima della 37^ settimana
- gravidanza protratta (o parto post termine): dalla 42^ settimana e oltre.
Ovulazione
La gravidanza inizia quando un ovulo viene fecondato da uno spermatozoo e generalmente il rilascio di un ovulo da parte delle ovaie (propriamente l’ovulazione) avviene a metà del ciclo mestruale e l’ovulo risulta fecondabile al massimo per 24 ore. Quindi, se prendiamo come esempio un normale ciclo di 28 giorni, l’ovulazione avverrà intorno al 14° giorno dalla mestruazione, data di riferimento per stabilire l’età concezionale.
In ogni caso, per calcolare le settimane di gravidanza e durante tutta l’assistenza alla gravidanza si considera sempre l’età gestazionale, vale a dire il periodo stabilito a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione.
In base alla data dell’ultimo ciclo mestruale, la gravidanza si divide in tre trimestri:
- primo trimestre: da 0 a 12 settimane di gravidanza
- secondo trimestre: da 13 a 24 settimane
- terzo trimestre: da 25 settimane fino al parto.
Sintomi: quali rivelano una gravidanza
Il primo sintomo che porta a pensare all’inizio di una gravidanza è il ritardo del flusso mestruale: se una donna con ciclo regolare ha un ritardo pari ad almeno una settimana è possibile che sia cominciata una gravidanza.
Il sospetto può sorgere anche in presenza di altri sintomi tipici, come:
- nausea e vomito
- stanchezza inconsueta
- bisogno di urinare con frequenza
- mammelle sensibili e seno turgido
- alterazioni dell’appetito.
Test di gravidanza
Ciò che più comunemente conferma o smentisce il sospetto è il test di gravidanza. Semplici da reperire (in farmacia ma anche online), i test di gravidanza domestici hanno la funzione di individuare la presenza di hCG nell’urina, un ormone (gonadotropina corionica umana) che viene prodotto dalla placenta proprio all’inizio di una gravidanza.
I risultati dei test casalinghi hanno un’attendibilità di circa il 97% (fonte MSD – consociata italiana di Merk & Co., multinazionale farmaceutica leader nel settore della salute). In caso di risultato negativo, se il sospetto di gravidanza persiste, è bene ripetere il test alcuni giorni più tardi: è possibile infatti che il primo test sia stato eseguito in tempi prematuri, prima cioè dell’inizio previsto del ciclo mestruale successivo.
In caso di esito positivo, è opportuno contattare il medico per avere conferma del risultato.
Calcolo della data del parto
La data del parto viene stabilita dal medico contando a ritroso 3 mesi dal primo giorno dell’ultima mestruazione e aggiungendo 1 anno e 7 giorni. Per esempio, se l’ultimo ciclo mestruale è stato il 1° aprile, si sottraggono tre mesi arrivando al 1° gennaio, quindi si aggiungono 7 giorni: la data prevista del parto sarà l’8 gennaio dell’anno successivo.
Si tratta di una data approssimativa, infatti solo un massimo del 10% delle mamme partorisce nella data prevista; nel 50% dei casi il parto avviene a distanza di una settimana e nella maggioranza dei casi (quasi il 90%) dopo due settimane dalla data prevista. Un parto che avviene tra le 2 settimane prima della data presunta e le 2 settimane dopo viene considerato normale.
Il metodo più preciso per definire la data del parto è l’ecografia, in particolare se effettuata nelle prime 12 settimane di gravidanza.
Tabelle per il calcolo delle settimane di gravidanza
Una gravidanza, dunque, si comincia a calcolare a partire dal primo giorno dell’ultimo ciclo mestruale: da qui si definisce l’età gestazionale secondo un sistema che si esprime in settimane + giorni. Ad esempio l’età di un bimbo nato a 38 settimane e 2 giorni verrà espressa come 38+2.
Di seguito sintetizziamo con delle tabelle la conversione tra mesi e settimane e i rispettivi trimestri di gravidanza, durante i quali si verificano le diverse fasi di sviluppo del feto e delle strutture dell’utero materno.