Nella società di oggi si parla molto di “leader” e ancora di più di “leader di successo”. Ma alla prova dei fatti, c’è parecchia confusione su cosa significa e cosa comporta esserlo.
Noi di Junglam ci siamo rivolti a Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, per fare chiarezza sulla natura e le caratteristiche del ruolo, scoprire quali sono le sue qualità e competenze e capire come svilupparle e migliorarle.
Chi è il leader e cosa fa
Come osserva Marina Osnaghi, la spiegazione di chi è e cosa fa il leader è contenuta nel nome stesso. La parola deriva dal verbo inglese “to lead”, che significa “guidare” o “condurre”, e definisce a tutti gli effetti un ruolo di guida.
Di conseguenza, il leader è qualcuno che non solo ha un obiettivo e una strategia per raggiungerlo, ma si (pre)occupa di condividere le informazioni necessarie ad arrivare alla meta con coloro che sono con lui e di motivare i suoi “compagni di viaggio” a tagliare il traguardo.
Questa definizione identifica una qualità peculiare della figura e porta a fare una importante distinzione con il ruolo di capo. Come spiega la Master Certified Coach, il leader è autorevole, ovvero non impartisce ordini dall’alto, ma propone le sue idee, le argomenta e cerca un confronto costruttivo. Inoltre, non colpevolizza i suoi collaboratori quando commettono un errore, ma cerca di capire con loro cosa non ha funzionato e in che modo è possibile rimediare, migliorare e andare avanti per raggiungere l’obiettivo. Al contrario, il capo è autoritario. Dà disposizioni senza spiegazioni, non condivide la responsabilità di eventuali sbagli e ha un atteggiamento svalutante.
Tale diversità di approccio ha una conseguenza cruciale. Con il suo comportamento, il leader crea un team motivato, coeso e vincente, fatto di persone che sentono di condividere una causa e che si impegnano al massimo per raggiungere un obiettivo che è anche il loro. Invece, il capo si trova a gestire collaboratori stressati, scontenti se non arrabbiati e pronti ad “abbandonare la nave” alla prima difficoltà.
Cosa significa essere un leader
Il leader è una guida, ma come fa a decidere dove andare e in che modo arrivarci? Come spiega Marina Osnaghi, la risposta è la sua visione strategica o “vision”. In altre parole, un leader è tale anche per la capacità che ha di guardare al futuro, di immaginare possibilità e di trasformarle in realtà.
Questa sua abilità si basa su tre pilastri. Il primo è la consapevolezza di sè e del mondo, ovvero la conoscenza di se stesso, di quello che lo circonda e di come può interagire con esso. Il secondo è la capacità di programmazione, che può essere paragonata all’azione di disegnare una mappa che conduce dal punto di partenza al traguardo. Il terzo è l’attitudine al cambiamento o flessibilità. In altre parole, il leader non smette mai di immagazzinare ed elaborare informazioni, che utilizza per accrescere le proprie competenze e “ricalcolare” il percorso in modo da renderlo sempre più performante ed efficace.
Come diventare un leader
Leader si nasce o si diventa? Senza dubbio, alcune persone sembrano naturalmente portate a guidare le altre. Ma come osserva Marina Osnaghi, la figura del leader è definita da un mix di abilità e competenze che in quanto tali possono essere allenate, sviluppate e migliorate.
Tra le principali c’è senza dubbio la capacità di ascoltare e di instaurare una comunicazione chiara, onesta ed efficace. La Master Certified Coach invita a prestare attenzione non solo ai suggerimenti e ai feedback positivi, ma anche (soprattutto) alle lamentele e ai feedback negativi. Questi ultimi sono particolarmente importanti perché permettono di individuare e correggere (tempestivamente) ogni eventuale criticità e di procedere verso l’obiettivo con rinnovata concentrazione. Di pari passo, rispondere in maniera puntuale, trasparente e articolata alimenta la motivazione e il senso di appartenza del team.
Non solo. Marina Osnaghi spiega che avere un atteggiamento aperto e umile, nel senso di riconoscere eventuali errori commessi in prima persona, contribuisce a creare un clima sereno e di fiducia. Il leader non è infallibile e ammettere la sua fallacia e trovare una soluzione lo rende forte e autorevole e un esempio da seguire.
In tal senso, la Master Certified Coach osserva che empatia e resilienza sono due qualità cruciali per essere non solo un buon leader, ma anche un leader di successo.
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