“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” canta Antonello Venditti e le sue parole non potrebbero essere più azzeccate. Quando una coppia scoppia, non è detto che sia per sempre. A volte trova il modo di rimettere insieme i pezzi e ricominciare.
In qualche caso le cose funzionano, ma spesso e volentieri i problemi che hanno portato alla rottura si ripresentano ingombranti e insormontabili proprio come quando si è arrivati al punto di non ritorno. Ma allora, vale la pena riprovare a stare insieme?
La verità è che non esiste una risposta che vada bene sempre e per tutti. Le ragioni per le quali ci si è lasciati, quelle per cui si vuole tentare una seconda (o ennesima) volta, la disponibilità dell’ex a riprovarci, la capacità di perdonare (se c’è qualcosa da perdonare): queste e tante altre variabili rendono imperscrutabile il risultato di un “bis” (o quello che è).
È vero, però, che ci sono alcune questioni che vanno affrontate e passi che vanno fatti quando ci si è lasciati e si vuole tornare insieme.
Perché è finita?
Può sembrare banale, ma capire (davvero) perché una storia è finita è fondamentale per riprovarci.
A volte ci si lascia perché “le cose vanno male”, ma in che modo e per quale motivo non è chiaro. È un insieme di fattori taciuti o mascherati – con sé stessi e con il partner – per evitare di affrontare qualcosa che provoca vergogna o dolore oppure per non farsi carico delle proprie responsabilità. Altre volte, invece, la storia finisce per una ragione molto chiara ed evidente: la gelosia, la mancanza di attrazione, l’incontro con un’altra persona, un tradimento e altre situazioni ed eventi contingenti che rendono impossibile portare avanti la relazione.
Qualunque sia la causa, è necessario fare esercizio di totale onestà e riconoscere e accettare per quello che sono i motivi che hanno portato alla rottura. Solo guardando in faccia la realtà e prendendone atto è possibile pensare di voltare pagina e cominciare una nuova avventura con la persona con la quale si era deciso di non avere più niente a che fare.
Perché tornare insieme?
La fine di una storia può portare a maturare una nuova consapevolezza su sé stessi e su quello che si vuole, ma può anche spingere in un pozzo senza fondo di insicurezza, insoddisfazione e infelicità. Va da sé che nei due casi le motivazioni che spingono a tornare con l’ex sono molto diverse.
Chi affronta la rottura e (ri)prende in mano le redini della propria vita, di solito decide di “riprovarci” perché si è reso conto che il partner è la “persona giusta” e che vale la pena affrontare determinate questioni e problemi per stare con lei o con lui. Al contrario, chi non riesce ad accettare la chiusura della relazione e si lascia trascinare dagli eventi, quasi sempre decide di tornare indietro perché il presente è (ancora) peggio del passato. Le ragioni che hanno portato alla fine della storia diventano sempre più lontane e confuse, i ricordi belli hanno il sopravvento su quelli brutti e l’ex diventa un porto sicuro al quale fare ritorno.
Qualcosa di simile accade con l’accettazione della vita da single. Per alcuni si traduce in un’opportunità, magari non voluta ma alla fine illuminante. Per altri assume i contorni di una condanna, di un fardello pesante da portare e di cui ci si vergogna. E in questo caso, tutto è meglio piuttosto che stare da soli, anche rimettersi con qualcuno che non si ama (più).
E poi c’è chi torna sui propri passi perché… ha “smania di vincere”. Ne Il matrimonio del mio migliore amico, Julianne fa di tutto per riconquistare lo storico ex, in procinto di sposarsi, perché crede di essere ancora innamorata di lui. Fino a che il suo amico George la mette di fronte alla realtà: non è l’amore a spingerla, ma un mix di gelosia e insicurezza. Julienne non riesce ad accettare che la giovane Kimberly sia la donna giusta per Michael e le fa la guerra per curare il proprio ego ferito dal fatto di avere “perso” il confronto con lei.
La decisione di rimettersi insieme non può essere una scappatoia per non affrontare sé stessi e la realtà della propria vita, ma deve nascere dalla reale consapevolezza che l’ex è la persona giusta e solo con lui o lei la propria esistenza sarà piena e felice. Eric Fromm lo spiega bene in uno dei suoi più celebri aforismi:
L’amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo.
Come può funzionare?
Non esiste una formula magica per fare funzionare una storia di ritorno, ma aver preso coscienza di ciò che è accaduto e aver maturato consapevolezza di sé e di quello che si vuole è una buona base sulla quale (ri)costruire il rapporto. Rimettersi insieme senza aver elaborato quello che è successo e senza avere chiaro quali sono i propri bisogni e cosa si vuole dalla relazione conduce inevitabilmente a rimettere in pratica lo stesso schema che ha portato alla rottura già una o più volte.
La sincerità, la fiducia e la reale voglia di (ri)costruire una vita con il partner rappresentano un ulteriore, fondamentale tassello. Ricominciare con dei segreti o con delle questioni irrisolte, avendo dei sospetti sulla “lealtà” dell’altro e covando sentimenti di rivalsa è un modo praticamente certo per durare quanto il proverbiale “gatto in tangenziale”. Anche fingere di essere cambiati per riconquistare il partner è una garanzia di insuccesso, così come agire sull’onda dell’emotività o perché ci si sente in colpa o responsabili nei confronti dell’ex.
Le coppie che si rimettono insieme dopo essersi lasciate hanno il “privilegio” di avere fatto una “prova” e hanno il dovere di farne buon uso. Tornare sui propri passi perché ci si sente soli o perché si è prigionieri di un rapporto disfunzionale vuol dire rinunciare alla possibilità di stare bene e di essere felici. Se non si esce dalla comfort zone e non si cambia in prima persona, la propria vita, le relazioni con gli altri e la realtà intorno saranno sempre uguali, esattamente come le si era lasciate. Insieme all’ex.
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