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Imparare ad amare se stessi

Scritto da Patrizia Saolini

Amare se stessi è il fondamento di una vita felice, piena a appagante. Ma volersi bene è (paradossalmente) molto difficile. È possibile imparare a farlo? E se sì, in che modo?

Se c’è una cosa difficile, è volersi bene. Tutti quanti – chi più, chi meno – siamo in lotta con quello che siamo. Eppure, accettarci per davvero e fino in fondo è il fondamento della felicità. Ma allora, è possibile imparare ad amare se stessi?

Noi di Junglam abbiamo rivolto la domanda a Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach italiana, che ci ha suggerito alcuni spunti di riflessione e buone pratiche per smettere di “maltrattarci” e accoglierci nella nostra bellezza imperfetta.

Cosa vuol dire amare se stessi

Marina Osnaghi osserva che spesso si tende a confondere l’amore per se stessi con l’egoismo. Ma sono due atteggiamenti molto diversi. L’egoista si preoccupa solo di sé e dei propri bisogni e ha un atteggiamento di chiusura nei confronti degli altri per difendere le sue “proprietà”. Invece, una persona che ama se stessa è empatica, generosa e accogliente verso il mondo esterno.

Questa comportamento profondamente diverso deriva da un processo di presa di coscienza di sé che culmina nel riconoscimento e nell’affermazione della propria vera identità. Come spiega la Master Certified Coach, chi ama se stesso si vede e si accetta per quello che è, conosce e ha padronanza delle proprie emozioni e dei propri sentimenti e sa quali sono i suoi desideri e le sue necessità. Di conseguenza non considera gli altri e il mondo esterno una minaccia, bensì un’opportunità da vivere in pienezza.

Allo stesso modo, Marina Osnaghi fa notare che tale consapevolezza di sé porta ad accettare i propri limiti e difetti e a smettere di rincorrere un irrealistico e frustrante (oltre che pericoloso) ideale di perfezione. Una conquista che, in ultima istanza, permette di prendere coscienza del proprio valore.

Perché amare se stessi?

Come osserva Marina Osnaghi, amare se stessi significa conoscere e accettare se stessi in maniera dinamica ed evolutiva. Ovvero, con la consapevolezza di avere mancanze e debolezze, ma anche le capacità e i mezzi per superarle. E questo sguardo chiaro, lucido e onesto su di sé rende pienamente padroni di se stessi e liberi dai condizionamenti esterni.

La Master Certified Coach spiega che tale condizione è la base e il presupposto essenziale di una vita felice, piena e appagante, perché spezza il meccanismo che porta a cercare la definizione di sé e del proprio valore all’esterno, generando un circolo vizioso di insicurezza, insoddisfazione, frustrazione e (nei casi peggiori) di ansia e depressione che si autolimenta e fa apparire il mondo esterno minaccioso, ingiusto e cattivo.

Amare se stessi è la base e il presupposto essenziale di una vita felice, piena e appagante.

Questa (nuova) prospettiva sulla realtà e sull’altro porta ad abbandonare pregiudizi, invidia e rancore e a lasciare andare i pensieri depotenzianti e i comportamenti negativi e vittimisti, generando un volano positivo di curiosità, crescita e miglioramento personale e sociale.

In ultima istanza commenta Marina Osnaghi, amare se stessi apre la strada a relazioni positive, costruttive e durature nella sfera privata e in quella professionale.

Cosa fare per amare se stessi

Il percorso che porta all’amore per se stessi non è lo stesso per tutti e può richiedere tempi e prevedere sfide diverse. Ma ci sono alcune semplici pratiche che possono essere utili per sviluppare consapevolezza di sé e avvicinarsi alla felicità.

Marina Osnaghi spiega che concedersi del tempo per fare chiarezza su di sé e sui propri desideri e bisogni (nella sfera privata e lavorativa) è un buon punto di partenza. Il suo consiglio è di ritagliarsi un momento fisso, in un contesto in cui ci sente a proprio agio, e di scrivere su un quaderno o un diario i motivi di insoddisfazione, gli ostacoli che ci si trova ad affrontare e le azioni che è possibile intraprendere per superarli.

Mettere a fuoco queste criticità e possibilità è propedeutico a riconoscere i propri punti di forza e debolezza, a individuare i propri obiettivi e a stabilire una strategia per cambiare lo stato delle cose.

La Master Certified Coach invita a procedere per piccoli passi e a non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e dai fallimenti (piccoli o grandi che siano), ma a farne tesoro. Di pari passo, esorta a premiarsi per ogni traguardo raggiunto (anche in questo caso, a prescindere dalla sua entità) e a non avere paura di chiedere aiuto. Al contrario, individuare una figura di riferimento può essere molto utile per rimettere le cose in prospettiva, ritrovare la strada e ripartire con rinnovata energia ed entusiasmo dopo un inciampo o una difficoltà.

Photo cover credits: Adobe Stock

Sull'Autore

Patrizia Saolini

Executive editor e corrispondente estera di JunGlam.com. Scrive dal 2010 su riviste di moda, beauty e lifestyle. Giornalista, Chief Happiness Officer e Life Coach con un Master di primo livello in Life Coaching riconosciuto dal Miur. É autrice di quattro libri sul retail coaching e l'ideatrice del marchio Retail Coach®. Per Junglam segue le maggiori fashion week internazionali e gli eventi lifestyle in Italia e all'estero, oltre che dedicarsi alla rubrica di Life Coach.