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Lifecoach

Come sconfiggere la solitudine interiore

Scritto da Patrizia Saolini

La solitudine interiore è una esperienza spiacevole e dolorosa, ma anche una occasione per conoscere noi stessi, capire chi siamo e cosa vogliamo. Com’è possibile affrontarla e superarla?

La vostra vita è un vortice di amicizie, conoscenze, impegni, attività. Eppure sentite un vuoto dentro. All’opposto, siete scivolati in una zona scura e vi sembra che una indefinita mancanza consumi voi e le vostre giornate.

La solitudine interiore è un malessere con il quale tutti possiamo ritrovarci ad avere a che fare.

Noi di Junglam ci siamo rivolti a Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach qualificata in Italia, per capire cos’è e come sconfiggerla (o meglio, per farla diventare un momento di arricchimento e di crescita personale).

Cosa porta alla solitudine interiore

La solitudine interiore è un sentimento indefinito. Un malessere che ci fa percepire un vuoto dentro ed erode la fiducia in noi stessi e nel futuro. Ma da dove deriva? Cosa la porta nella nostra vita?

Marina Osnaghi osserva che la causa è una mancanza, che può avere molteplici origini e forme. Può essere una mancanza affettiva (l’assenza di un partner o di relazioni di amicizia), una mancanza sociale (non avere una rete di conoscenze e contatti o uno status definito) o una mancanza materiale (non avere un lavoro o un lavoro fisso, non avere uno stipendio o uno stipendio certo).

Per estensione, la solitudine interiore può derivare anche da una perdita (la fine di una relazione, un lutto, un aborto, ma pure un licenziamento) o dal vissuto personale (genitori assenti o anaffettivi, una famiglia disfunzionale).

La Master Coach spiega che questa mancanza – di qualunque natura essa sia – agisce in maniera negativa sulla percezione di sé e sull’autostima e conduce a mettere in pratica due comportamenti all’opposto. Uno di chiusura e isolamento e uno compulsivo e di dipendenza. Anche se radicalmente diversi, entrambi funzionano come una sorta di anestetico, che ha nell’ignorare, rifiutare e negare il senso di vuoto i propri “principi attivi”.

La solitudine interiore è una occasione per conoscere noi stessi, capire chi siamo e cosa vogliamo (davvero).

Affrontare la solitudine interiore per superarla

La chiave per superare la solitudine interiore consiste nello scardinare il meccanismo di misconoscenza, rifiuto e negazione che mettiamo in atto per non sentire il suo silenzio assordante. In altre parole, come chiarisce Marina Osnaghi, per vincere il senso di vuoto dobbiamo affrontarlo. Ovvero, dobbiamo guardare dentro di noi e metterci in ascolto di noi stessi. In che modo?

La Master Coach suggerisce di tenere un diario in cui annotare quando si manifesta la solitudine interiore, in seguito a quali eventi o esperienze e che pensieri porta con sé. Tenere traccia con continuità e costanza degli episodi ci aiuterà a dare un contesto e una forma al vuoto interiore e a raccogliere indizi per risalire alle sue origini.

Per approfondire e rendere più efficace la ricerca, possiamo aiutarci con alcune domande (scrivendo le risposte sul diario):

  • Cosa scatena la sensazione che provo?
  • Perché questo evento/esperienza/persona mi fa stare così?
  • Influenza davvero la mia vita o sono io che penso che la possa influenzare?
  • Perché mi preoccupa/mi fa paura?

Il significato della solitudine interiore

La solitudine interiore è una esperienza spiacevole e dolorosa e la naturale difesa è quella di ignorarla, rifiutarla e negarla. Ma come osserva Marina Osnaghi, proprio per questo è un segnale di qualcosa che non va e come tale va ascoltata e indagata.

Affrontare il vuoto che sentiamo dentro e andare alla ricerca delle sue origini rappresenta una occasione per conoscere noi stessi, capire chi siamo e cosa vogliamo (davvero). Può portarci a prendere coscienza di aspetti di noi, del nostro modo di essere e di agire e della nostra emotività che ignoriamo e sui quali possiamo lavorare per crescere e migliorarci sia a livello personale che professionale.

La solitudine interiore può essere la manifestazione di un malessere temporaneo e che possiamo affrontare con le nostre forze. Ma può anche essere il campanello di allarme di qualcosa di più profondo e radicato. In questo caso, non dobbiamo spaventarci o vergognarci, ma chiedere aiuto a uno specialista come uno coach o uno psicoterapeuta.

Come osserva Marina Osnaghi, il senso di vuoto e la solitudine interiore non hanno una valenza negativa in senso assoluto. Bensì sono messaggi e sintomi di qualcosa che dobbiamo e possiamo affrontare per evolverci e vivere una vita piena.

Photo cover credits: Adobe Stock

Photo text credits: Saksham Gangwar on Unsplash

Sull'Autore

Patrizia Saolini

Executive editor e corrispondente estera di JunGlam.com. Scrive dal 2010 su riviste di moda, beauty e lifestyle. Giornalista, Chief Happiness Officer e Life Coach con un Master di primo livello in Life Coaching riconosciuto dal Miur. É autrice di quattro libri sul retail coaching e l'ideatrice del marchio Retail Coach®. Per Junglam segue le maggiori fashion week internazionali e gli eventi lifestyle in Italia e all'estero, oltre che dedicarsi alla rubrica di Life Coach.