Che ritmo ha il Made in Italy all’estero? Sicuramente quello della collezione di Chiara Boni La Petite Robe che, sulla passerella della New York Fashion Week Primavera/Estate 2020, esprime un mix di innovazione e raffinatezza, superando la rincorsa agli effimeri trend stagionali e privilegiando un tipo di bellezza eterea che trascende tempo e spazio.
La Petite Robe di Chiara Boni rappresenta dunque un concetto di stile evergreen, capace di valorizzare le donne moderne, di tutte le etá e di tutte le taglie.
A riprova che la classe de La Petite Robe by Chiara Boni non è acqua, sulla passerella degli Spring Studios sono apparse con due splendidi first look ispirazione animalier, Pat e Anna Cleveland, ovvero la star indiscussa delle passerelle sin dalla fine degli anni 60 e la sua secondogenita, modella trentenne, che ha ereditato in maniera inconfondibile il portamento di mammà.
A simboleggiare che la vera bellezza si tramanda di generazione in generazione o, per meglio dire, di collezione in collezione, la Primavera/Estate 2020 di Chiara Boni La Petite Robe, grazie alla sua rinnovata impronta green e alla moltitudine di modelle internazionali in passerella, ha intenzione di rispettare seriamente le diversità e, soprattutto, il bene della comunità.
L’azienda di Chiara Boni infatti è la prima del settore moda in Italia che ha conquistato una certificazione importante a livello europeo: la PEF, Product Environmental Footprint, riuscendo a misurare esattamente il costo della produzione dei suoi capi sull’ambiente.
Come spiega la stessa designer nel backstage della sfilata ai microfoni di Junglam:
Pur non essendo un riconoscimento obbligatorio, ci sembrava doveroso acquisire questo certificato riconosciuto dall’Unione Europea, per monitorare l’impatto ambientale della nostra produzione che comunque, essendo tutta Made in Italy, è già sinonimo di Km 0. Attraverso un attento studio, oggi riusciamo a calcolare la quantità di energia, di acqua e di carbonio che vengono investite nella nostra filiera. Per esempio, abbiamo scoperto che per costruire un abito ci vogliono le stesse risorse impiegate a realizzare 8 kg di pasta. Questo ci rende più consapevoli di quanto sia necessario contenere gli sprechi d’energia per il nostro bene comune e per la salvaguardia del pianeta.
I look sulla passerella di New York
Ma veniamo agli abiti che hanno sfilato a NY, in pedana ci sono richiami agli anni ’80, con enfasi su stampe di ispirazione Africana e Persiana, tubini e abiti lunghi abbinati a stivali e cappelli da cowboy in pendant, ma anche il ritorno del tubino boxy anni ’60.
La Regina di Cuori di Chiara Boni La Petite Robe è appena atterrata a New York portando con sé i ricordi del suo viaggio intorno al mondo trasformati in abiti e accessori.
Ed è subito la prima uscita a trasportarci nelle magiche atmosfere africane con un abito dalle striature animalier riprese in tutto il look, dagli stivali texani alla borsa dalla lunga tracolla portata a mano.
Il cuore della sfilata racconta l’Oriente tra stampe paisley e motivi ikat, tipici della Malesia, che in rosso e bianco appaiono sul tubino boxy dalla silhouette tipicamente Sixties.
E infine, poco prima di arrivare sul catwalk della New York Fashion Week, la viaggiatrice metropolitana di Chiara Boni si ferma in Messico dove si lascia ispirare da farfalle multicolori che le regalano volumi ampi e morbidi, trasformando in ali le maniche, e maxi stampe all over.
Sulle spalle e sulle maniche degli abiti a colonna e delle tute sbocciano applicazioni floreali e i volumi degli abiti da sera in bianco e nero si arricchiscono di satin plissettato che, sui maxi dress, si abbina a inserti stretch e si colora di rosso, di giallo, di corallo, di blu e di verde.
Gli accessori sottolineano ulteriormente l’eccentricità glamour della Regina di Cuori pensata da Chiara Boni: gli stivali e i cappelli texani, gli orecchini stravaganti e i bustier sexy sorprendono con un gioco di stile in equilibrio tra ispirazioni folk e anima metropolitana.
Nel front row Cara Kennedy Cuomo, attivista della sostenibilità che è diventata ambassador del progetto di Chiara Boni La Petite Robe con Eurojersey “Measuring for a Sustainable Future”, Kerry Kennedy, Caroline Vreeland, Janet Montgomery, Kathrine Narducci, Nichole Galicia, Julie Mintz, Bojana Krsmanovic, Nibar Madar, Mollye Rogel e Wendy Williams.
Un’autentica lezione di stile metropolitano quella di Chiara Boni La Petite Robe Primavera/Estate 2020 che intensifica la crescita esponenziale nel mercato americano, grazie a una collezione grintosa e con tanti look sensazionali ma sempre e unicamente, super funzionali.
La nuova boutique Chiara Boni La Petite Robe a Firenze
Giovedì 7 novembre Chiara Boni La Petite Robe ha inaugurato la nuova boutique a Firenze, la terza monomarca dopo quelle di Milano e Roma, a segnare il legame forte e profondo che unisce la stilista fiorentina alla sua città natale.
Il negozio si trova nell’affascinante Loggia Rucellai, ad angolo tra Via della Vigna Nuova e Piazza de’ Rucellai, in uno spazio a vocazione commerciale fin dalla sua nascita, quando Antonio del Migliorino Guidotti la progettò per la celebre famiglia fiorentina creando una dell’architettura rinascimentale.
La nuova boutique si sviluppa su circa 75 m2 e, come le precedenti, è firmata dal duo di architetti Marco Bonelli e Marijana Radovic che hanno puntato su un’immagine senza spigoli, morbida e pulita. La volontà di lasciare evidente l’architettura della location ha guidato la scelta degli arredi verso forme e volumetrie che si distaccano dal contesto per valorizzarlo e renderlo immediatamente riconoscibile.
All photos courtesy Chiara Boni La Petite Robe press office