È bello, sexy, ha il fisico scolpito dagli allenamenti ed è sempre all’ultima moda. Insomma, sotto molti aspetti è lo stereotipo del calciatore. Osservando meglio le sue foto, però, potrebbe nascere la domanda: perché Cristiano Ronaldo non ha tatuaggi?
Ebbene sì, sembrerà strano ma rispetto a molti suoi colleghi come Mauro Icardi o Radja Nainggolan, il campione della Juventus ha la pelle del corpo intonsa. Forse non ama i tattoo? O c’è dietro qualche altra ragione? Scopriamolo!
Come mai Ronaldo non ha tatuaggi
Dietro alla decisione di Cristiano Ronaldo di non fare tatuaggi – come molti altri giocatori di calcio – non c’è semplicemente una motivazione estetica; la ragione di questa sua scelta è dovuta al suo impegno come assiduo donatore di sangue.
Sbirciando i social del bomber portoghese, infatti, può capitare di imbattersi in immagini che sfatano la sua supposta paura degli aghi, e al contrario supportano chi si occupa di donazioni di sangue e sensibilizzano i suoi fan.
Ma perché Ronaldo rinuncia ai tattoo? Qual è il collegamento? Non tutti probabilmente sanno che dopo un tatuaggio o un piercing non è possibile donare il sangue per 6 mesi, in modo che eventuali infezioni possano avere il tempo di diventare rilevabili alle analisi ed evitare di distribuire sacche di sangue non sicuro.
Questo lasso di tempo è evidentemente troppo lungo per la generosità di Cristiano Ronaldo che, come qualsiasi maschio adulto in buona salute, può donare 4 volte in un anno.
CR7 non si limita solo a donare il sangue, ma è anche un donatore di midollo osseo. Una scelta che lui stesso ha definito semplice e gratificante e che ha scoperto dopo essere venuto a sapere della malattia del figlio del suo ex compagno nella nazionale portoghese Carlos Martins:
Non ho tatuaggi perché dono il sangue molto spesso. Anche donare il midollo osseo non costa nulla, è un processo semplice anche se le persone pensano sia qualcosa di complicato. Dopo averlo fatto ti senti felice perché sai che stai aiutando un’altra persona. Il mio compagno di Nazionale Carlos ci ha parlato una volta del problema con suo figlio e noi giocatori abbiamo dimostrato grande unità per dargli una mano. Era una situazione molto complicata.
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