Dopo le Fashion Week, anche le grandi fiere dedicate all’arte e al design si sono reinventate per affrontare i cambiamenti imposti dalla nuova quotidianità rimodellata dalla pandemia di Covid-19. Una delle più attese era Art Basel Miami 2020 e la celebre kermesse non ha deluso le aspettative, proponendo una speciale edizione virtuale che è riuscita a vincere la difficile sfida di conservare il glamour e l’engagement della versione “in presenza”.
OVR: Miami Beach e gli eventi collegati
Se negli passati l’epicentro di Art Basel è stato il Miami Beach Convention Center, per l’edizione 2020 il cuore pulsante è diventata la piattaforma digitale “Online Viewing Rooms”, indicata semplicemente con l’acronimo “OVR”. Al pari del suo corrispettivo fisico, il grande spazio digitale ha ospitato centinaia di “sale espositive virtuali” , che hanno permesso ad appassionati e addetti ai lavori di ammirare e scoprire “opere eccezionali di artisti delle Americhe e di tutto il mondo” senza muoversi dalle loro abitazioni e uffici.
Dopo essere state lanciate dal gallerista tedesco David Zwirner nel 2017 ed essere state adottate dal network di gallerie Gagosian l’anno successivo, le Online Viewing Rooms sono state scelte a marzo 2020 da Art Basel Hong Kong per rispondere alla mutata quotidianità dell’emergenza coronavirus. La decisione si è rivelata vincente e Art Basel Miami Beach ha deciso di replicare l’esperienza della “sorella” cinese con OVR: Miami Beach dal 2 al 6 dicembre 2020.
La 19esima edizione della celebre fiera che ogni anno in inverno porta in Florida il meglio dell’arte e della cultura moderna e contemporanea è stata indiscutibilmente diversa, ma sempre di grande impatto e senza dubbio memorabile, anche grazie al ricco programma di eventi a essa collegati.
In occasione della manifestazione, il sito artbasel.com ha ospitato conferenze, talk, interviste, visite alle diverse esposizioni e attività di vario genere. Inoltre, ha creato un network virtuale con la Miami Art Week, attraverso una collaborazione con le principali istituzione culturali della Florida del Sud. che ha portato ad aprire vere e proprie finestre online su “musei d’arte di livello mondiale, vaste collezioni private e sulla vivace scena delle gallerie” dell’area urbana e circostante. OVR: Miami Beach ha anche ampliato la programmazione del Miami Design District (che si è svolto tra lo storico Moore Building e in location all’aperto collocate nel quartiere) con mostre temporanee ed eventi di istituzioni partner.
Le sezioni di OVR: Miami Beach
Come aveva anticipato il Direttore per le Americhe di Art Basel, Noah Horowitz, che ha spiegato che l’edizione virtuale della fiera avrebbe replicato quella in presenza, riunendo “la rete globale di collezionisti e mecenati” che costituiscono il cuore pulsante di Art Basel, OVR: Miami Beach ha proposto ad appassionati e addetti ai lavori un catalogo di oltre 2.000 opere, presentate da 255 gallerie provenienti da 30 paesi di tutto il mondo.
Procedendo nel medesimo solco, (anche) la versione virtuale della manifestazione è stata caratterizzata da una organizzazione per sezioni, che sono andate a ricalcare quelle tradizionali di Art Basel Miami Beach:
- Galleries
Vera a propria colonna portante della fiera, la sezione Galleries non è (ovviamente) mancata nell’edizione virtuale OVR: Miami Beach e ha proposto una selezione delle più importanti gallerie di tutto il mondo e delle loro collezioni di artisti che spaziano da giovani talenti a maestri del 20esimo secolo (come Jean-Michel Basquiat, Louise Bourgeois, Kara Walker e Anne Imhof). - Edition
Nella sua affascinante e sfaccettata proposta, la sezione Edition ha avuto il proprio core in una eccezionale offerta di opere e lavori in edizione limitata e di stampe a carattere straordinario. - Nova
Come anticipa il nome stesso, la sezione Nova ha portato all’attenzione di tutti i conoscitori e gli estimatori dell’arte moderna e contemporanea una selezione di opere realizzate nell’arco degli ultimi tre anni. - Survey
Dedicata come e più delle altre sezioni agli appassionati e agli addetti ai lavori, Survey è stato un vero e proprio showcase di lavori creati prima del 2000.
Tutte le sezioni sono state allestite in modo da offrire una selezione sempre aggiornata di opere, che di giorno in giorno è stata accompagnata e arricchita dagli incontri, dai dibattiti e dalle interviste organizzate nello spazio virtuale Conversations. In queste stanze dedicate alla formazione, all’informazione, al dialogo e al dibattito online si sono alternate numerose tra le principali personalità del mondo dell’arte e della cultura moderna e contemporanea.
Gli highlight da OVR: Miami Beach
L’incredibile, sconfinata esposizione di OVR: Miami Beach ha portato all’attenzione del pubblico una enorme mole di artisti e di opere. Ecco una selezione tra le centinaia di esposizioni e i numerosissimi lavori in mostra:
- Massimo De Carlo
La galleria Massimo De Carlo ha partecipato a OVR: Miami Beach con la mostra Rosebud, una selezione di lavori di artisti appartenenti a diverse generazioni, che “sotto la pelle dall’aspetto lucente, nascondono significati misteriosi e una opprimente sensazione di declino”. In questo senso, le principali opere di Günther Förg, Tomoo Gokita, Jennifer Guidi, Carsten Höller, Nate Lowman, Aaron Garber-Maikovska, Yan Pei-Ming, Paola Pivi, Rob Pruitt e Brian Rochefort sono caratterizzate da una estetica che ha nel rosa il proprio fil rouge e si contrappone a un significato profondo che esplora tematiche come il suicidio, la perdita, la paura, la provvisorietà e il potere.
- Mazzoleni
Post/Past – Spaces and Times from a Future Perfect è il titolo della mostra presentata dalla galleria Mazzoleni a OVR: Miami Beach. Le opere in esposizione sono state selezionate per offrire una “riflessione sulla definizione di tempo e spazio nell’arte europe del dopoguerra” e hanno tracciato una sorta di percorso attraverso le successive rappresentazioni della condizione umana. I lavori di Piero Dorazio, Victor Vasarely, Lucio Fontana, Conrad Marca-Relli e Jannis Kounellis e le fotografie di Massimo Vitali e Melissa McGill hanno intessuto una racconto sfaccettato e con diverse prospettive.
- Galleria Franco Noero
La Galleria Franco Noero ha portato a OVR: Miami Beach le opere di Lucy Otter, artista che è nata in Alaska, ma che ha scelto di vivere e lavorare in Cornovaglia. Dopo avere studiato alla Royal Horticultural Society e avere dedicato il primo periodo della sua attività al garden design, Lucy Otter ha intrapreso la strada dell’astrazione e del linguaggio concettuale, affermandosi tra i nomi di principale rilievo del settore.
- Santiago Mostyn, Natalie Ball e altri giovani artisti da conoscere
L’edizione di OVR: Miami Beach ha offerto l’opportunità a numerosi giovani artisti di mostrare per la prima volta le proprie opere o di confermare il proprio talento di fronte a un competente e appassionato pubblico internazionale di addetti ai lavori ed estimatori.
Tra i nomi che si sono distinti ci sono il fotografo e regista Santiago Mostyn, con la serie fotografica Red Summer Edit, Natalie Ball, autrice di sculture antropomorfe che rivendicano la sua eredità di donna di colore nativa americana, l’artista sudafricano Igshaan Adams e la sua serie di arazzi Cape Town, il designer e “scultore funzionale nigeriano-americano Dozie Kanu, Kayode Ojo di New York, che ha nei jeans bianchi di Uniqlo il fil rouge della propria produzione, e il pittore astratto californiano Andy Giannakakis.
Altri giovani che hanno richiamato l’attenzione di esperti e appassionati sono stati Joy Labinjo, Bethany Collins, Juliana Cerqueira Leite e Baseera Khan.
- Le opere più significative di grandi artisti del XX e XXI secolo
A OVR: Miami Beach hanno trovato spazio anche masterpiece imperdibili e opere meno conosciute, ma di grande significato, di artisti di grande e grandissima rilevanza nel panorama dell’arte moderna e contemporanea del XX e XXI secolo.
Un esempio è stata l’installazione Black II di Alexander Calder, che rappresenta un ponte tra “il delicato lavoro pre bellico” dell’artista e “la sua successiva pratica scultorea sostanziale”. Un altro è stato il dipinto Scarlet Sage Dancing a Whirling Dervish (1976) di Alma Woodsey Thomas, artista sospesa tra Color Field e Puntinismo e prima donna afroamericana a ottenere una personale al Whitney Museum of American Art nel 1972.
Dell’entusiasmante proposta hanno fatto parte anche l’opera Damascus Gate, Stretch Variation II Half Size (1969) dell’artista concettuale Frank Stella e Four Marilyns (Reversal) (1979-1986), serigrafia del negativo della celebre Marilyn Monroe di Andy Warhol.
Photo cover by Art Basel Official Site