Di leader e leadership si parla molto. Nel mondo del lavoro e non solo. Le persone capaci di motivare e guidare chi sta loro intorno a raggiungere un obiettivo e a crescere e migliorare sono un esempio cui tendere e una risorsa preziosa per la società.
Ma prima di diventare leader di altri, bisogna essere leader di se stessi. La self-leadership è un’abilità fondamentale nello sviluppo personale e nelle relazioni. In cosa consiste e come funziona?
Per saperne di più, ci siamo rivolti a Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach qualificata in Italia, che ci ha spiegato cos’è e come svilupparla.
Cos’è la self-leadership
La self-leadership è la capacità di osservare e gestire noi stessi. Più nel dettaglio, Marina Osnaghi chiarisce che è un insieme di abilità che ci permette di “guardare dall’alto” noi stessi, riconoscere e controllare le nostre emozioni e i nostri sentimenti e creare una connessione con la realtà consapevole e puntuale.
Lo sviluppo della self-leadership è un presupposto fondamentale per definire chi siamo, stabilire le nostre priorietà e definire e raggiungere i nostri obiettivi. Come spiega la Master Certified Coach, la capacità di individuare e gestire la molteplicità di emozioni, sentimenti e pensieri che fluisce dentro di noi senza soluzione di continuità ci porta ad acquisire consapevolezza, fiducia in noi stessi e autoefficacia.
In altre parole, essere leader di noi stessi significa avere una visione che comprende noi stessi e la realtà che ci circonda nel presente e nel futuro e agire in maniera coerente ed efficace per tagliare i traguardi che ci siamo posti.
Self-leadership e intelligenza emotiva
La self-leadership si fonda sulla intelligenza emotiva. Ovvero, come chiarisce Marina Osnaghi, sull’abilità di leggere, comprendere e gestire le emozioni e i sentimenti nostri e altrui e di utilizzare tali informazioni per formare il nostro pensiero e guidare le nostre azioni.
Più nel dettaglio, la Master Certified Coach spiega che questo accade in virtù della definizione dello psicologo, scrittore e giornalista statunitense Daniel Goleman, che ritiene che l’intelligenza emotiva presenti 5 caratteristiche costitutive e peculiari:
- consapevolezza di sé – la capacità di riconoscere le proprie emozioni e i propri sentimenti
- dominio di sé – la capacità di gestire le proprie emozioni e i propri sentimenti
- motivazione – la capacità di agire con energia e persistenza
- empatia – la capacità di riconoscere e gestire le emozioni e i sentimenti degli altri
- abilità sociale – la capacità di creare relazioni reali, positive e costruttive
Ciascuna di queste abilità interviene in vario modo nella definizione della self-leadership e contribuisce a creare la sua “visione” e a fornire i mezzi per realizzarla.
Come sviluppare la self-leadership
La self-leadership è un insieme di abilità e può essere sviluppata lavorando sui diversi elementi che la compongono.
Marina Osnaghi suggerisce di iniziare facendo ordine tra i nostri pensieri e le nostre emozioni. Un buon modo può essere quello di scrivere su un diario obiettivi, priorità, punti di forza e di debolezza. Mettere nero su bianco chi siamo e cosa vogliamo ci permette di individuare la nostra vision e di utilizzare in maniera puntuale ed efficace le nostre capacità per realizzarla.
Di pari passo, la Master Certified Coach invita a prestare reale attenzione e ascolto a tutto quello che ci circonda. Mantenere una mente aperta e recettiva è fondamentale per implementare le nostre abilità (pratiche, cognitive ed emotive) e per crescere e migliorare come persone.
In quest’ottica, Marina Osnaghi esorta ad “alzare la posta” e a metterci in discussione, con la consapevolezza che un eventuale battuta d’arresto non è per sempre e non è la fine di tutto, ma rappresenta un punto dal quale ripartire con nuova consapevolezza e fiducia in noi stessi.
Ultimo ma non ultimo, la Master Certified Coach spinge a smettere di “tollerare” quello che non ci va bene e a non avere paura di affermare noi stessi e ciò che desideriamo, le nostre emozioni, i nostri sentimenti.
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