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Come bloccare uno stalker sui social

Scritto da Silvia Artana

È iniziata con qualche messaggio e like, poi è diventato un vero e proprio bombardamento su ogni canale social. E alla fine ti sei ritrovata a vivere in uno stato costante di ansia e paura. Ecco alcuni consigli per affrontare un cyberstalker e bloccarlo.

All’inizio era sempre il primo (o la prima) a visualizzare le tue storie, a mettere like e a commentare i tuoi post. Poi le cose sono degenerate. Ha iniziato a martellarti di messaggi su ogni chat, a taggarti su foto e video (spesso spiacevoli) e a pubblicare contenuti indesiderati sui tuoi profili social. Fino a che per te è diventato un incubo. Hai cominciato a vivere in uno stato costante di ansia e paura e a temere per l’incolumità fisica tua e delle persone che ti stanno accanto

Se ti riconosci in questa descrizione, sei vittima di stalking. La parola deriva dal verbo inglese “to stalk”, che significa “pedinare” e “perseguitare”. Quando la persecuzione avviene online, si parla più propriamente di cyberstalking. Ma la sostanza non cambia. Il punto è: tu cosa puoi fare? Qui trovi alcuni consigli su come bloccare uno stalker sui social.

Cosa vuole lo stalker?

A volte non è facile identificare lo stalker, ma in certi casi non fa niente per nascondersi. L’ex che non si rassegna alla fine della relazione, l’amico (o l’amica) che ce l’ha con te per una non meglio precisata ragione, quella persona che hai visto un volta (forse due) e che si è convinta che tra voi ci sia qualcosa. I persecutori che fanno parte della tua vita cercano attenzione o vendetta. Ma lo stesso può dirsi di quelli che non ti conoscono e che tu non conosci, però si sono fissati con te per qualche motivo.

Lo stalker spesso è un narcisista ossessionato dal controllo, che mette in atto comportamenti manipolatori e svalutanti, poco tollerante nei confronti di chi esprime un pensiero diverso dal suo, con il vizio di raccontare bugie e non di rado aggressivo. Ma può anche essere qualcuno che non è in grado di gestire le interazioni sociali e si impone all’oggetto del proprio interesse per creare una relazione (dimostrandosi sordo e cieco a ogni rifiuto). Tra i persecutori seriali ci sono anche persone affette da disturbi mentali (convinte di avere davvero un rapporto con chi stalkerano) e molestatori che traggono piacere dall’infliggere sofferenza agli altri.

I social network hanno dato agli stalker di ogni genere la possibilità di entrare nella vita della persona dalla quale sono ossessionati, con l’aggravante di poterlo fare di nascosto. Alcuni persecutori agiscono alla luce del sole, proprio per farsi riconoscere dalla vittima. Altri invece si celano dietro a falsi profili. Ma anche gli stalker che si mostrano con sfrontatezza possono ricorrere a identità fittizie. Per diventare ancora più pervasivi nell’esistenza della persona che perseguitano o per aggirare eventuali blocchi e denunce.

Gli stalker sono spinti da motivazioni diverse, ma il filo che li unisce tutti è l’ossessione per una persona

Cosa fare se ti stalkerano sui social?

La prima cosa che devi fare se ti stalkerano sui social è evitare di rispondere. Non dare corda al tuo persecutore, non dargli in alcun modo occasione di stabilire un contatto con te. Una tua reazione, di qualunque tipo, finirà per alimentare la sua ossessione. Invece, annota il contenuto del messaggio (o dei messaggi), i tempi e i “luoghi virtuali” dove sei stata provocata, insultata o minacciata.

Poi porta al massimo livello la privacy dei tuoi profili social. Se per caso li hai pubblicati o sono visibili, nascondi il tuo indirizzo, il tuo luogo di lavoro e i posti che frequenti di solito. Dopo scegli con chi vuoi condividere le tue attività. Vai nella sezione apposita di Facebook, Instagram e Twitter e seleziona le persone con le quali vuoi interagire e che possono interagire con te. Tutti e tre i social ti permettono di silenziare e bloccare gli account con i quali non vuoi avere a che fare e di controllare le interazioni che ti riguardano (per esempio, i “tag” e le “menzioni”).

Instagram ha una funzionalità che ti consente di “limitare le interazioni indesiderate” (Limiti) e di bloccare i commenti di alcuni profili (oltre a disattivarli in generale). Facebook ti permette di evitare che altri possano pubblicare qualcosa tuo profilo. Inoltre ti dà la possibilità di stabilire come puoi essere “trovata” e “contattata” e di gestire i messaggi sulla chat di Messenger.

In tutti i casi, è opportuno disattivare la geolocalizzazione, cambiare le password e verificare quali dispositivi sono collegati ai tuoi account sui diversi social, in modo da eliminare quelli a rischio o che sai che appartengono a chi ti perseguita.

Come si denuncia uno stalker?

Segnalare uno stalker con le apposite opzioni messe a disposizione dalle varie piattaforme difficilmente porta a risultati. E ancora meno a risultati immediati. Ma è comunque un passo che vale la pena fare. Quello successivo consiste nel rivolgersi alla polizia postale o ai carabinieri.

Insieme alle autorità puoi valutare l’opzione di richiedere l’ammonimento del persecutore. In questo caso, se dovesse ancora molestarti, la polizia ha l’obbligo di denunciarlo. Allo stesso tempo, puoi chiedere aiuto a un centro antiviolenza della tua città (a maggior ragione se sei da sola o se non hai nessuno che possa aiutarti).

La startup legaltech Chi odia paga è stata creata di recente proprio per aiutare le vittime di cyberstalking e cyberbullismo. La società esegue una valutazione della situazione e, se ci sono gli estremi per procedere, ti aiuta a tutelare e fare valere i tuoi diritti. Il servizio è a pagamento, ma ti sarà chiesto un compenso solo se otterrai il risarcimento (e non devi anticipare le spese).

Quando la smettono gli stalker?

Purtroppo, è una domanda alla quale non è possibile dare una risposta. In qualche caso, i persecutori spariscono così come sono arrivati. In altri, la mancanza di risposte e reazioni da parte della vittima li fa desistere. A volte è necessario l’ammonimento e a volte bisogna arrivare alla denuncia.

Purtroppo, ci sono anche quelli che non smettono neppure quando si passa alle vie legali. In questo caso, solo l’intervento delle autorità e l’arresto e la detenzione (con pene che vanno da 6 mesi a 5 anni di reclusione) può fermarli. Si spera in maniera definitiva.

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Sull'Autore

Silvia Artana

Dopo la laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie, ha conseguito un Master in Divulgazione Scientifica e ha mosso i primi passi nell'editoria occupandosi di scienza e tecnologia. Oggi scrive di moda, bellezza, benessere, lifestyle, cinema e TV per diversi magazine e testate digitali e svolge attività di copywriting, storytelling e ghostwriting online e offline. È giornalista pubblicista dal 2023.