ll mondo della moda ha assistito a una rivoluzione senza precedenti con l’inarrestabile fusione tra l’alta moda e lo streetwear. Ciò che un tempo sembrava un divario insormontabile tra due universi stilistici oggi si traduce in un affascinante crossover che sfuma i confini e ridefinisce le regole del gioco.
Streetwear, come si arriva dal cemento alle passerelle?
Lo streetwear, nato negli anni Novanta da un incrocio tra la la cultura surf e skate in California, la moda hip-hop newyorkese, e l’abbigliamento sportivo, punk e di strada giapponese, è stato a lungo l’emblema dell’autenticità e della ribellione. Tuttavia, negli ultimi anni, abbiamo assistito a una trasformazione straordinaria: il passaggio dalle strade statunitensi alle passerelle delle sfilate di moda più prestigiose del mondo. Marchi iconici di streetwear hanno firmato partnership con case di moda di fama mondiale, come Jean Paul Gaultier e Supreme, o Adidas e Prada, portando i capi tipici delle strade direttamente al centro della scena fashion.
È possibile far sfilare una felpa?
Icone di stile streetwear, come le sneakers e le felpe con cappuccio, hanno varcato la soglia delle passerelle, ottenendo il riconoscimento delle case di moda di alta classe, che fino a un decennio fa avrebbero storto il naso. Così, quello che un tempo ci avrebbe reso perplessi, oggi ci piace. Non più solo stoffe pregiate, paillettes e sfarzo in passerella, ma una moda più concreta, che dimostra come l’autenticità e l’originalità non conoscano confini. Su https://prm.com/it si possono trovare una miriade di capi e accessori streetwear dai quali lasciarsi ispirare per arricchire il proprio guardaroba.
Sostenibilità e streetwear, sodalizio duraturo?
Una delle tendenze emergenti in questo crossover è la crescente attenzione alla sostenibilità. Marchi streetwear si uniscono a iniziative eco-friendly, dimostrando che la moda può essere audace e responsabile al tempo stesso. Questo connubio di stili non solo soddisfa il desiderio di autenticità dei consumatori, ma anche la crescente preoccupazione per l’impatto ambientale dell’industria della moda, sempre più etica. Insomma, nuovi canoni artistici e ideologici stanno aprendo la strada verso un nuovo capitolo di espressione creativa e innovazione.
Quali sono i brand da tenere d’occhio?
Nella moda streetwear ci sono nomi che basta sentirli una volta per ricordarseli a vita, perché hanno lasciato il sego con i loro capi unici e decisi. Come Off-White, fondato nel 2012 da Virgil Abloh, il designer ed ex direttore creativo della divisione uomo di Louis Vuitton, scomparso prematuramente nel 2021. A metà degli anni Novanta, è nato Carhartt WIP, fondato da Edwin Faeh con l’idea di creare un brand ispirato agli abiti da lavoro. Il primo store è stato inaugurato a Londra nel 1997, e oggi il marchio conta oltre ottanta punti vendita nel mondo. Di recente, Carhartt WIP ha firmato un sodalizio con Marni, unendo le loro due rispettive anime, quella streetwear e del prêt-à-porter. Stussy è una certezza per gli amanti di questo stile. Nato negli anni Ottanta in California, a Laguna Beach, la scritta logo inizialmente veniva usata dagli amanti del surf per decorare le loro tavole, con il passare degli anni ha riempito i guardaroba delle fashioniste di tutto il mondo. Infine, come non ricordare Supreme, nato a New York nel 1994 da un’idea di James Jebbia, che ha saputo portare in passerella capi e accessori dello skateboard e della moda urbana.