Tutti diciamo bugie. E tutti siamo destinatari di menzogne. Eppure, tutti siamo consapevoli che inganni e mezze verità possono provocare ferite, mettere fine a un rapporto di fiducia e causare dolore e rabbia in chi li subisce e senso di colpa in chi li mette in atto.
Ma allora, perché mentiamo? E soprattutto, possiamo difenderci dai bugiardi e dal dolore che infliggono?
Per rispondere a queste domande, noi di Junglam ci siamo rivolti a una esperta. La Corporate ed Executive Coach Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach (MCC) in Italia, ci ha parlato dei meccanismi della menzogna e ci ha dato alcuni consigli utili a riconoscere le bugie e a smascherare chi le racconta.
Cosa sono le menzogne inconsapevoli e intenzionali
In generale, tutti quanti diciamo bugie, ma non sempre lo facciamo in modo intenzionale. Come osserva Marina Osnaghi, in molti casi, mentiamo senza sapere di mentire.
Le menzogne inconsapevoli hanno diverse cause. Per esempio, possiamo raccontare una bugia per evitare le conseguenze della verità. Ma sono soprattutto le convinzioni radicate e i condizionamenti sociali a spingerci a mentire senza rendercene conto. La paura di non essere accettati o di perdere l’amore della persona cara, così come la volontà di proteggere qualcuno cui vogliamo bene o una relazione, possono farci dire vere e proprie bugie o mezze verità. In tal senso, le menzogne inconsapevoli rappresentano una difesa nostra e altrui e in alcuni casi possono avere un fine nobile.
Tutt’altra cosa sono le bugie intenzionali. Come fa notare la Corporate ed Executive Coach, quando mentiamo sapendo di mentire, lo facciamo per interesse personale, a scapito di qualcun altro (il partner, un amico, un collega di lavoro). Le menzogne intenzionali sono le più offensive e dolorose e quasi sempre – per non dire sempre – hanno pesanti conseguenze sia sui rapporti personali e sentimentali che su quelli professionali.
Perché si mente?
Marina Osnaghi spiega che il comportamento di mascherare, cambiare o tacere la verità è connaturato a tutte le specie animali (uomo in primis). Per esempio, alcuni pesci, uccelli e mammiferi si fingono morti in situazioni di pericolo. Dunque, in ultima istanza, mentire può essere considerato il retaggio di un istinto di sopravvivenza. Ma anche una forma di controllo e potere, soprattutto in prospettiva di un cambiamento improvviso.
Per entrare nei meccanismi delle menzogne, comprendere il loro significato e la loro portata e imparare a riconoscerle e a difendersi, la Corporate ed Executive Coach consiglia il libro Mentire, dello psicologo Luigi Anolli.
Un’altra lettura utile a comprendere il mondo delle bugie è La sindrome di Pinocchio. Scritto dallo psichiatra e psicologo Michele Novellino, il volume ricostruisce “la nascita e l’evoluzione del futuro Pinocchio” e offre una serie di mezzi pratici, come test e questionari, per individuare le cause dietro alle menzogne e spezzare il cerchio.
Come riconoscere le menzogne
Marina Osnaghi spiega che il “sesto senso” riconosce sempre le menzogne. Il problema è che facciamo fatica a fidarci delle nostre sensazioni e questo ci impedisce di individuare e definire le bugie, le omissioni e gli inganni come tali.
La Corporate ed Executive Coach invita a interpretare come un campanello d’allarme il disagio che proviamo in alcune circostanze, di fronte a determinate affermazioni, e a elevare di conseguenza il livello di attenzione con cui osserviamo la realtà. In questo modo, saremo nella condizione di cogliere tutti i segnali rivelativi di una (eventuale) menzogna.
Come capire chi mente
Come fare a capire se qualcuno mente? Anche in questo caso, il punto di partenza sono le nostre sensazioni.
Marina Osnaghi spiega che il primo step per capire se abbiamo a che fare con un bugiardo consiste nel prestare attenzione a quello che proviamo mentre ci parla. Se qualcosa non ci torna, se avvertiamo un senso di fastidio, di allarme, di nervosismo o di perplessità, probabilmente siamo in presenza di una persona che sta cercando di abusare della nostra fiducia.
A questo punto, dobbiamo passare dal piano emotivo a quello razionale. Osserviamo il comportamento del nostro interlocutore, prestiamo attenzione al suo linguaggio non verbale, raccogliamo indizi, colleghiamo fatti, costruiamo un quadro di insieme.
Se impressioni e realtà oggettiva si incastrano come i pezzi di un puzzle, è molto probabile che siamo al cospetto di un bugiardo.
E se a mentire siamo noi a noi stessi? In questo caso, per capire se ci stiamo raccontando una menzogna vera e propria o delle mezze verità, possiamo ricorrere alle domandi potenti del life coaching.
Marina Osnaghi invita a riflettere sulle verità che ci sono scomode da accettare. Possiamo chiederci: “Cosa sto cercando di nascondere?” e “Cosa mi sta dicendo il cuore, che non voglio ascoltare?”. Una volta che abbiamo smascherato la menzogna, possiamo spezzare il cerchio proiettandoci verso il futuro con delle domande che presuppongono una volontà di cambiamento e di azione. Per esempio, “Cosa voglio?” e “Qual è la cosa migliore che posso fare?”.
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