Vi siete mai domandate come diventare una modella e com’è la vita di una modella di successo? JunGlam! ha avuto la fortuna di incontrare Denisa Kucik, top model scoperta dalla Zoe Model Agency Roma di Francesca Ambrosetti e ora portata a livello internazionale da IMG Models. Denisa ha 19 anni ed è nata a Vienna, ma vive e lavora anche in Italia. E’ giovane, ma ha già moltissimo da raccontare e visto è che stata generosa nelle risposte alle nostre domande, lasciamo a lei il piacere di raccontarsi, da come ha mosso i primi passi nel mondo della moda all’affermazione come top model. Tra i suoi prossimi appuntamenti infatti c’è la sfilata per Bulgari a Venezia. Questa è la prima puntata di una conversazione molto piacevole che noi di JunGlam! abbiamo avuto con Denisa Kucik, a seguire una seconda puntata per scoprire la beauty routine di Denisa e i suoi segreti per tenersi in forma. Pronte a scoprire come diventare modella?
Parlaci di te in generale, quanti anni hai, dove vivi, cosa studi e da quanto tempo fai la modella?
Ciao, ho 19 anni, vivo tra Roma, Milano e Vienna, dove sono nata. Sto terminando il liceo linguistico…tra pochi giorni avrò gli scritti della maturità. Mi sembra strano dirlo, ma sono contenta, perché nonostante lo stress di dividermi tra set fotografici e banchi di scuola, ci sono riuscita! Ora guardo avanti, mi piacerebbe frequentare il college online, Fashion Marketing & Merchandising, magari Berkeley, così ovunque il mio lavoro di modella mi porti, potrò continuare a studiare. Faccio la modella da tempo ormai, sono una veterana (scherzo!). Ho iniziato a 14 anni.
Cosa ti hai spinto a intraprendere la professione della modella?
Non direi proprio che qualcosa o qualcuno mi abbiano spinto. Sin da piccola fotografi chiedevano a mia madre di avermi come modella, ma lei non ha mai voluto, perché ha sempre detto che i bambini hanno diritto a giocare nel tempo libero. Poi un sabato, all’uscita dal Conservatorio dove studiavo pianoforte, sono stata fermata dagli organizzatori di una sfilata con materiali di riciclo a piazza del Popolo, a Roma e, per scherzo, ho voluto provare, avevo 14 anni. Non avevo mai portato i tacchi, mia madre è andata a comprarne un paio a via del Corso, un paio che poi ho usato tante volte dopo per i casting. Mi hanno fatto chiudere la sfilata, le persone quando sono uscita sulla passerella facevano solo complimenti, mi sono sentita subito a mio agio. Mi è sembrato che mi veniva tutto naturale, non ero neanche timida, mentre nella vita privata lo sono ancora.
Il fotografo della manifestazione voleva subito portarmi a Milano, ma non mi piaceva l’idea di lasciare la scuola, il Conservatorio e la mia passione per l’equitazione, così insieme a mia madre ho deciso di riprendere la mia vita e dimenticare la sfilata di piazza del Popolo, però dopo pochi mesi una nuova coincidenza mi ha catapultata in un attimo nel mondo della moda, quella seria. Un conoscente ha insistito per farmi andare a un casting per una sfilata di hairdressing, mi ricordo che era sempre di sabato, avevo appena ripreso le lezioni al Conservatorio e con gli esami di passaggio di anno alle porte, non sapevo esattamente neanche per quale hairdresser avrei dovuto fare il casting, mi ricordo che sono arrivata tardi, perché il maestro di pianoforte mi faceva sempre rimare oltre l’orario e quando sono entrata trafelata, un po’ spettinata, nel lussuoso hotel di via Veneto, con una enorme t-shirt e le scarpe da ginnastica, mi sono trovata alla fine di una lunga fila con ragazze curatissime e che tenevano in mano dei book professionali, pieni di fotografie. Io non avevo nulla se non la mia faccia da mostrare e i capelli lunghi un po’ arruffati. Esce un signore che sembrava un iraniano e che parlava un inglese dall’accento straniero, sembrava mediorientale, passa tutta la fila di modelle e arriva a me, era Angelo Seminara, il più famoso stilista dei capelli al mondo di origine calabrese.
In un attimo mi sono trovata a Londra, scattata dal fotografo più pagato per i servizi fotografici sui capelli, Andrew O’Toole, negli studios dove anche Kate Moss lavorava. Avrei tanto da raccontare di questa esperienza, tanti aneddoti divertenti, ma dovrei parlare ancora per almeno mezz’ora, per farla breve ho iniziato così, ma per la seconda volta ho detto no alla carriera professionale, perché avrebbe significato trasferirsi a Londra.
Tornata a casa ho ripreso la mia vita di sempre: scuola, gare di equitazione e Conservatorio, fino a che non mi hanno presentata a Francesca Ambrosetti della Zoe Models, con lei mi sono sentita subito a mio agio, ho capito che avrei potuto iniziare una carriera seria senza dover rinunciare alla mia vita da adolescente, abbiamo fatto tutto gradatamente, lei è stata fantastica. Se non fosse stato per lei non credo che sarei arrivata a questi livello, perché a 14 anni mi spaventava lasciare tutto per iniziare da sola una carriera a Milano, non è da me, invece Francesca è stata brava a capire come prendermi per il verso giusto, a tirare fuori grinta e coraggio. Insieme a lei ringrazio anche Manni e Angela, che sempre hanno creduto in me.
Ho iniziato presto e sono stata contenta di aver fatto la gavetta, l’esperienza con i couturier romani mi è servita tantissimo. Indossare abiti come quelli di Renato Balestra t’insegna a camminare con eleganza, poi arrivi a Milano e vedi che le altre modelle che non sono passate per Roma e l’Alta Moda hanno un passo marziale e pensi, che fortuna di aver avuto tutte e due le esperienze! E lo notano anche a Milano che hai quella sicurezza e quella versatilità che manca a chi dal paesino dell’Europa dell’Est è venuta a cercare fortuna a 15 anni a Milano. Non voglio fare polemica, adoro l’Est Europa, lo conosco bene, mia madre è esperta di Russia e mio padre è di Bratislava, Slovacchia, però penso che per essere una vera top model la classe sia innata, ma serva anche un bagaglio culturale e di esperienze che, per esempio, io non avevo a 15 anni, me lo sono sudato e costruito con il tempo e con il duro lavoro.
Qual è stato il servizio fotografico o la sfilata dove ti sei riconosciuta di più?
Ah, ne ho fatte tante di sfilate… fammi pensare… tra gli emergenti mi piace lo stile di Arnoldo & Battois, le loro borse sono top, però sono in fibrillazione per la prossima sfilata di Bulgari che farò a Venezia a fine giugno. Non porto gioielli, ma avere un collier Bulgari al collo è rassicurante, come diceva Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany. Tra gli shooting non saprei scegliere, mi diverto sempre sul set, mi piace essere camaleontica e quindi non riconoscermi, però vorrei ricordare una grande signora della moda italiana, Laura Biagiotti, che ci ha recentemente lasciati. Con il suo brand ho iniziato a lavorare all’età di 15 anni e quando rivedo le foto sono me stessa, ma con quel tocco di femminilità raffinata che non guasta.
Qual è il tuo obiettivo professionale?
Crescere professionalmente sempre, arrivare sempre a traguardi più alti e difficili, questo me lo ha insegnato la competizione sportiva; il resto (la notorietà e il guadagno) contano meno.
Chi è la tua migliore alleata?
Di alleate ne ho quattro, tutte donne: mia madre mi fa da personal trainer, mental coach, nutrizionista, consigliera; Francesca Ambrosetti della Zoe è il mio mentore, mi ha insegnato tutti i trucchi del mestiere, la guardi e dici «Questa è una modella», è un esempio per me; mia nonna è fantastica, tiene l’archivio di tutti i miei lavori, mi tiene i conti, un manager insomma, oltre che una specie di ufficio stampa per i parenti, sempre tutti aggiornati, grazie a lei, sui nuovi servizi fotografici; infine mia zia Laura, che mi dà i consigli legali ed è mia supporter, orgogliosissima di me. Se non avessi avuto loro, non sarei arrivata fino a qui e ancora avrò bisogno di loro, perché ne ho di strada da percorrere.
L’immagine in evidenza dell’articolo fa parte della campagna Laura Biagiotti Tights, foto courtesy Zoe Models.