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Public speaking al femminile: come migliorare la tua performance

Scritto da Patrizia Saolini

Tutti i suggerimenti per affrontare un discorso in pubblico, il cosiddetto public speaking, mettendo da parte l’ansia da prestazione e valorizzando la leadership al femminile.

Il public speaking al femminile è un argomento decisamente in auge, oseremmo dire che è addirittura trendy.
Considerato che sulle ultime tendenze vogliamo sempre essere in prima linea, non potevamo esimerci dal proporvi una selezione di suggerimenti studiati ad hoc dai migliori professionisti del settore per valorizzare la professionalità delle donne alle prese con un pubblico esigente.

Munitevi dunque di automotivazione e di tanta proattività perché per affrontare una platea senza vuoti di memoria – tipici di quando l’emozione prende il sopravvento davanti a tanti ascoltatori – non solo dovrete superare il timore di avere i riflettori puntati addosso, ma dovrete anche valutare che siete inesorabilmente sole davanti a una folla.

Public speaking al femminile: pianificate la strategia con chiarezza

Anche se non andreste mai allo sbaraglio davanti a un pubblico sconosciuto, una buona performance di public speaking al femminile va pianificata a dovere, soprattutto se siete alle prime armi. Ciò significherà mettere al bando fretta e distrazione in quanto, dal successo della vostra performance di public speaking, ne beneficeranno sia la vostra reputazione che la vostra autostima.

Cominciamo quindi a tracciare le basi per costruire la strategia più funzionale alla buona riuscita del public speaking al femminile, cioè il percorso di comunicazione che vi porterà a realizzare un’ottima performance in pubblico. Tenete presente che la strategia più adatta a mantenervi focalizzate dovrà contenere tre caratteristiche fondamentali: la personalizzazione, la chiarezza e l’agilità.

Come personalizzare il discorso: public speaking e storytelling

Per entrare in sintonia con il pubblico e incuriosire la platea è bene puntare tutto sulla personalizzazione del proprio discorso

La parola d’ordine è personalizzazione, (non perfezione, ok?), il vostro speech dovrà dunque essere creato per incuriosire la platea che, ringraziando il cielo, avrà già fatto tanta strada per arrivare fin lì ad ascoltarvi.
Quindi, bando ai discorsi dilungati e alle presentazioni troppo schematiche, via libera invece ad una storia autentica e arricchita da dettagli inaspettati, anche scanzonati se servisse a rompere il ghiaccio, che convinca la platea a concentrare l’attenzione su di voi.

Lo storytelling personalizzato vi permetterà dunque di acquisire l’empatia necessaria a percepire cosa si aspetta il parterre dalle vostre parole e presentare in maniera organizzata le vostre idee innovative. Il public speaking infatti non è una disciplina a senso unico, a fine discorso potrebbe anche nascere un dibattito e se servisse fare domande o rispondere in diretta, dovreste anche considerare di interagire con sincero interesse con il vostro pubblico.

Audience is king: come entrare in sintonia con il tuo pubblico

Presentare alla grande, di Emanuele Mascherpa

L’altro aspetto da tenere in considerazione è la capacità di mantenere chiaro e conciso il proprio discorso, possibilmente dall’inizio alla fine, in modo tale da permettere al pubblico di comprendere e abbracciare il vostro punto di vista durante tutta la performance.

Per arrivare ad essere in completa sintonia con la vostra platea ed eventualmente aggiustare il tiro degli argomenti da trattare, non dovrete sottovalutare il livello di ascolto delle persone che vi stanno di fronte. Con un po’ di allenamento, riuscirete infatti a discernere gli attimi in cui gli spettatori saranno più attenti da quelli in cui avranno cenni di distrazione, affinché possiate modulare al meglio i tempi di rilascio delle informazioni.

A questo proposito una giusta osservazione arriva da Emanuele Mascherpa, esperto di public speaking, che nel suo libro Presentare alla grande. Dalla strategia comunicativa allo slide design (Franco Angeli, 2017), afferma che “Conta solo il pubblico quando si fa una presentazione, stai presentando per loro e, in ultima analisi, stai vendendo a loro: un prodotto, un servizio, un’idea, una nuova visione del mondo, ma stai comunque vendendo e… sono loro che devono comprare”.

Public speaking al femminile: come valorizzare l’immagine personale

Marina Osnaghi. Photo credits: Marco Sacchi Photographer

Per affrontare una platea sconosciuta bisogna saper allenare la confidenza in se stesse e dedicare del tempo a valorizzare la propria immagine personale. Abbiamo chiesto alcuni consigli a Marina Osnaghi, Master Coach, titolare dell’omonima Professional Coaching School, che fra i suoi corsi annovera delle classi di public speaking al femminile: “Per attirare positivamente l’interesse del pubblico è fondamentale curare la comunicazione non verbale. Il modo in cui si gesticola, il colore del vestito selezionato per l’occasione e perfino l’acconciatura potrebbero influire sulle preferenze dell’audience. Pur non potendo piacere a tutti, bisognerebbe cercare di puntare l’attenzione almeno su un particolare che vi renda uniche e indimenticabili anche dopo aver terminato il discorso. Avete presente i vestiti senza maniche sfoggiati dall’ex First Lady Michelle Obama o i capelli raccolti dell’attrice Emma Watson nel suo speech sul femminismo? Entrambe, ancor prima di parlare, hanno espresso dei segni distintivi molto potenti attraverso la loro immagine”.

Public speaking per tutti: l’agilità vi salverà

Concludiamo con alcuni dettagli tecnici per persuadere tutto il pubblico: la presentazione dovrà essere snella e concisa, con poche slide se sono previste, e soprattutto agile, in modo tale che possiate modificarla strada facendo in base alle preferenze della vostra audience. Per evitare esilaranti vuoti di memoria, potrete individuare un paio di quotes da tenere sotto mano, ovvero delle frasi di personaggi famosi, che permettano di rifocalizzare sia voi che i vostri ascoltatori sul tema chiave del discorso. L’importante sarà integrarle nel discorso quando meno se lo aspettano e ricordarsi di citare sempre l’autore delle frasi menzionate.

Per superare eventuali momenti di panico e gola secca potrete invece puntare su un acronimo che semplifichi ciò che volete dire. Per esempio, se la vostra presentazione fosse basata sulle novità che arrivano dai mercati esteri, potreste correre ai ripari usando la parola “nemo”: novità, estere, (da) monitorare (per) l’organizzazione. Chiaramente l’acronimo prescelto andrebbe ripetuto in continuazione già prima di affrontare il palcoscenico.
In ogni caso, strutturatevi il discorso in maniera tale che, a fine presentazione, possiate fare un riassunto sui punti salienti esposti, aspettandovi che siano anche messi in discussione.

E se sul più bello vi emozionaste? Pazienza, anche se è dura da accettare, teniamo bene a mente che durante un discorso in pubblico, potrebbe capitare. Portatelo a vostro favore sperando in un bell’applauso di incoraggiamento per riprendere il filo del discorso e proseguire verso l’obiettivo.

Sull'Autore

Patrizia Saolini

Executive editor e corrispondente estera di JunGlam.com. Scrive dal 2010 su riviste di moda, beauty e lifestyle. Giornalista, Chief Happiness Officer e Life Coach con un Master di primo livello in Life Coaching riconosciuto dal Miur. É autrice di quattro libri sul retail coaching e l'ideatrice del marchio Retail Coach®. Per Junglam segue le maggiori fashion week internazionali e gli eventi lifestyle in Italia e all'estero, oltre che dedicarsi alla rubrica di Life Coach.