Quando si parla di digiuno intermittente – che alcuni indicano anche come digiuno controllato – si fa riferimento a una strategia alimentare di cui esistono diverse varianti, la cui caratteristica principale è quella di alternare il digiuno a un’alimentazione controllata; il digiuno intermittente è spesso indicato con la corrispondente espressione inglese: Intermittent Fasting.
Le finalità che ci si pongono con questa strategia nutrizionale sono essenzialmente: perdita di peso corporeo nel caso di soggetti sovrappeso, mantenimento del peso corporeo nel caso di soggetti normopeso e miglioramento dello stato di salute generale.
Come accennato, esistono diversi regimi alimentari basati sul concetto di digiuno intermittente fra cui la dieta 16:8, la dieta 5:2 e la dieta 12:12 e la Dieta Mima Digiuno, spesso indicata con l’acronimo DMD e conosciuta anche come dieta dei 5 giorni.
La dieta 16:8
Lo sfruttamento del digiuno in un piano dietetico può essere gestito secondo varie strategie. Quella della dieta 16:8 consiste in un digiuno di 16 ore, mentre nelle restanti 8 ore della giornata si deve organizzare l’assunzione dei pasti. Ognuno può scegliere la finestra temporale delle 8 ore in base alle proprie esigenze. Si potrebbe per esempio scegliere una finestra che va dalle 8 alle 16, oppure dalle 12 alle 20 o, ancora, dalle 13 alle 21.
Ovviamente, se la dieta è finalizzata al dimagrimento, è necessario che l’introito calorico sia inferiore al consumo calorico, mentre se è finalizzata al mantenimento del peso forma, l’introito e il consumo dovranno essere equivalenti.
La dieta 5:2
La sigla 5:2 non fa riferimento ad archi temporali di ore, ma ai giorni. 5 sono i giorni della settimana in cui ci si alimenta in modo normale, mentre 2 sono i rimanenti giorni nei quali si deve praticare un digiuno relativo. Le due giornate in cui si pratica la restrizione calorica non devono essere consecutive (per esempio il lunedì e il martedì).
Per quanto riguarda il consumo energetico, i soggetti di sesso femminile dovrebbero assumere 500 kcal, mentre per i soggetti di sesso maschile l’introito calorico previsto è di 600 kcal. L’assunzione di alimenti può essere suddivisa in due o tre piccoli pasti.
La dieta 12:12
La dieta 12:12 è concettualmente simile a quella 16:8, solo che nella prima sono previste una finestra temporale di 12 ore in cui si digiuna e una di 12 ore in cui organizzare i vari pasti. Anche in questo caso si può scegliere l’arco temporale da dedicare ai pasti in base alle proprie esigenze. Per esempio, dalle 7 alle 19 o dalle 8 alle 20 ecc.
Valgono per questo regime alimentare le medesime considerazioni sulle finalità della dieta (dimagrimento o mantenimento del peso forma) fatte per la dieta 16:8.
La dieta mima digiuno (DMD)
La dieta mima digiuno (DMD) si basa su un programma di 5 giorni, tant’è che è nota anche come dieta dei 5 giorni.
È un protocollo alimentare ipocalorico: il primo giorno è prevista un’assunzione di circa 1.150 kcal, mentre in ciascuna delle rimanenti quattro giornate si assumono circa 800 kcal al giorno.
Le preparazioni da assumere si trovano in kit alimentari preconfezionati con cibi di origine vegetale (zuppe, bevande, barrette, snack, integratori, infusi, concentrati per bevande ecc.).
Durante il ciclo non si devono assumere altri cibi o integratori alimentari, ma ci si deve invece idratare regolarmente. Obiettivi del programma sono il dimagrimento e il miglioramento di alcuni parametri metabolici (glicemia, colesterolemia e trigliceridemia).
Il nome del programma deriva dal fatto che esso è strutturato in modo da mimare la condizione di digiuno, anche se in realtà ci si alimenta.
Nel caso in cui si decida di adottare uno di questi regimi alimentari sarebbe preferibile chiedere prima il consulto di uno specialista, soprattutto in presenza di specifiche patologie.
