Negli ultimi anni, il concetto di bellezza si è evoluto. Non più solo estetica, ma anche etica. Sempre più persone scelgono cosmetici che rispettano l’ambiente, gli animali e la salute della pelle. Le ricerche lo confermano: il mercato della cosmesi naturale e sostenibile ha superato i 50 miliardi di dollari a livello globale nel 2024, con una crescita annua stimata del 9%.
In questo contesto, le scelte quotidiane contano. Acquistare un detergente viso o un rossetto può sembrare banale, ma dietro ogni tubetto si nasconde un impatto ambientale e sociale.
Cosa significa “zero waste” nel mondo della cosmesi?
Il termine zero waste indica un approccio che punta a ridurre al minimo i rifiuti, privilegiando imballaggi riciclabili, compostabili o riutilizzabili. Nell’ambito della bellezza, questo significa dire addio a:
- flaconi in plastica monouso
- confezioni non separabili per il riciclo
- bustine singole o dosi usa e getta
Un esempio concreto? Il sapone solido. A differenza del classico bagnoschiuma in flacone di plastica, il sapone solido è spesso venduto senza imballaggio in carta riciclata, dura più a lungo e riduce notevolmente l’impatto ambientale. Lo stesso vale per shampoo solidi, balsami in barrette e dischetti struccanti lavabili.
Attenzione però: non basta che un prodotto sia “plastic free”. È importante verificare l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalla produzione allo smaltimento. Alcuni marchi, ad esempio, utilizzano bioplastiche derivate da mais o canna da zucchero, che non sono sempre biodegradabili in modo sicuro.
Curiosamente, anche l’uso dei VPN è entrato a far parte di questa rivoluzione “green”. Come? Molti scelgono di scaricare app VPN per PC per ottenere maggiore libertà online. Con le VPN offerte da provider come VeePN, è possibile fare shopping in sicurezza anche all’estero o informarsi meglio su marchi che seguono pratiche di sostenibilità. In breve, applicazione vpn consente di essere più flessibili nell’ambiente digitale: un modo efficace per evitare restrizioni geografiche o discriminazioni di prezzo.
Cruelty free: oltre il simbolo del coniglietto
Il concetto di cruelty free si riferisce a prodotti non testati su animali. Ma attenzione: non è sinonimo di vegan. Un cosmetico cruelty free può contenere ingredienti di origine animale (come miele o lanolina), purché nessun test sia stato effettuato su cavie durante la produzione o la fase di sviluppo.
Secondo l’organizzazione PETA, oltre 5.000 aziende nel mondo sono attualmente registrate come cruelty free. Tuttavia, la normativa varia da Paese a Paese. In Europa, i test sugli animali sono vietati per legge dal 2013, ma non tutti i brand venduti in Europa rispettano pienamente il criterio: alcune aziende producono linee cruelty free solo per il mercato europeo, continuando a testare per i mercati asiatici.
Un modo per evitare ambiguità è consultare database aggiornati e affidabili o utilizzare VeePN VPN per navigare in sicurezza su siti specializzati in cosmesi etica senza essere tracciati da cookie commerciali aggressivi.
Ingredienti naturali… ma non sempre innocui
Un errore comune è associare “naturale” a “sicuro”. Non tutti gli ingredienti di origine naturale sono delicati o adatti a ogni tipo di pelle. Oli essenziali, ad esempio, possono provocare allergie, irritazioni o fototossicità.
È quindi fondamentale:
- leggere l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients)
- conoscere le esigenze specifiche della propria pelle
- evitare prodotti con profumazioni eccessive, anche se naturali
Inoltre, alcuni ingredienti naturali possono avere un forte impatto ambientale. L’olio di palma, anche se “bio” o “sostenibile”, è spesso legato a deforestazione e perdita di biodiversità. L’ideale è privilegiare ingredienti locali, meno soggetti a lunghi trasporti internazionali e più facilmente tracciabili.
Packaging intelligente: meno è meglio
Il packaging rappresenta circa il 40% del peso di un prodotto cosmetico medio. Una cifra enorme, se si pensa alla quantità di plastica e vetro usati ogni anno per contenere creme, lozioni e make-up.
Molti brand stanno investendo in:
- packaging ricaricabile, ad esempio rossetti o fondotinta con refill
- contenitori in vetro con tappi in legno o alluminio
- confezioni stampate con inchiostri vegetali e cartone certificato FSC
Alcuni negozi offrono addirittura sconti a chi riporta il contenitore vuoto per la ricarica. È un piccolo gesto, ma che può fare una grande differenza nel lungo termine.
Consumo consapevole: comprare meno, scegliere meglio
La sostenibilità non passa solo dalla scelta del prodotto, ma anche dal cambio delle abitudini. Il consumismo frenetico va in contrasto con l’idea di bellezza responsabile. Meglio pochi prodotti multiuso, di qualità, che decine di articoli inutilizzati.
Ecco alcune domande da porsi prima dell’acquisto:
- Lo userò davvero?
- È compatibile con la mia pelle e i miei valori?
- È stato prodotto nel rispetto di ambiente e animali?
- Ha un packaging sostenibile o ricaricabile?
Prendersi il tempo per riflettere riduce gli acquisti impulsivi e favorisce una routine più pulita, etica e duratura.
Non tutto è perfetto, ma ogni passo conta
Il percorso verso la bellezza sostenibile non è immediato. Nessun brand è perfetto. Nessun consumatore è impeccabile. Ma ogni scelta conta. Preferire un deodorante in crema al posto dello spray, o un fondotinta ricaricabile invece di uno in plastica monouso, ha un effetto reale.
Le tecnologie digitali, come le VPN, aiutano anche qui: offrono la possibilità di scoprire realtà etiche meno conosciute, magari in altri paesi, o accedere a recensioni autentiche senza filtri geolocalizzati.
Conclusione: bellezza che fa bene, davvero
Scegliere cosmetici zero waste, cruelty free e a basso impatto ambientale non significa rinunciare alla qualità. Significa adottare un approccio più consapevole, dove la bellezza diventa un atto di rispetto verso sé stessi, gli altri e il pianeta.
Cambiare si può, un flacone alla volta.