Giornali e siti di gossip da sempre raccontano di indiscrezioni e “si dice”, spesso cavalcando le notizie più scottanti del giorno. E proprio questo sembrerebbe essere accaduto per il tentato suicidio di Paris Jackson.
Alcuni giorni fa il magazine TMZ ha pubblicato un articolo annunciando il tentativo di suicidio della secondogenita di Michael Jackson e collegando l’avvenimento all’uscita di Leaving Neverland, il documentario che sta riportando alla ribalta le accuse di molestie nei confronti del Re del pop.
Secondo TMZ la polizia e il soccorso medico sabato 16 marzo avrebbero ricevuto alle 7:30 una chiamata proveniente dalla casa di Paris e, una volta arrivati, avrebbero trovato la ragazza con le vene tagliate.
fuck you you fucking liars
— Paris-Michael K. J. (@ParisJackson) March 16, 2019
Un’ora dopo l’uscita della notizia è stata la stessa Paris Jackson a smentire la notizia con un tweet dai toni accesi.
La rabbia di Paris è comprensibile non soltanto per il tenore della news riportata da TMZ (Paris aveva già tentato il suicidio nel 2013), ma anche per il momento estremamente delicato che sta attraversando proprio in questo periodo la famiglia di Michael Jackson.
Nonostante Jackson nel 2005 sia stato assolto dalle accuse di molestie, Leaving Neverland, diretto dal regista britannico Dan Reed e presentato in anteprima al Sundance Film Festival, raccoglie le testimonianze di Wade Robson e James Safechuck e i loro racconti delle presunte molestie sessuali subite dal cantante.
E le prime ricadute del documentario di HBO, che in Italia andrà in onda su Nove il 19 e il 20 marzo, non si sono fatte attendere. Oltre alla bufale sul tentato suicidio di Paris Jackson, Louis Vuitton ha annunciato che non metterà in vendita i capi della collezione maschile ispirate al Re del pop (di cui quest’anno ricorre il decennale della morte).
Inoltre alcune radio canadesi e neozelandesi hanno messo al bando la musica di Jackson e il produttore dei Simpson ha deciso di eliminare dalla programmazione e dai cataloghi il primo episodio della terza stagione, in cui l’autore di Thriller dava la voce a uno dei personaggi.
Una damnatio memoriae contro la quale i tantissimi fan di Michael Jackson si stanno ribellando sui social sotto l’hashtag #mjinnocent.
Cover photo credits: imageSPACE / SplashNews.com
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