Lo smalto semipermanente è una delle rivoluzioni beauty degli ultimi anni. La sua formula a lunga durata e le manicure glamour che permette di ottenere lo hanno reso infatti un prodotto di culto tra le nail addicted.
Strumento imprescindibile per la sua applicazione è l’apposito fornetto o lampada Led o UV che serve a innescare il processo di polimerizzazione del prodotto, ovvero quello che fa asciugare lo smalto, rendendolo duro e brillante.
Sommario
Lampada per smalto semipermanente: Led o UV, le differenze
Le lampade per smalto semipermanente in commercio e in uso presso gli istituti estetici possono essere Led o UV e a seconda della tipologia presentano caratteristiche differenti.
Lampada per smalto semipermanente Led
Le lampade per smalto semipermanente Led sono così chiamate perché effettuano la polimerizzazione per mezzo di bulbi Led, ovvero dispositivi luminosi semiconduttori.
A livello generale, i Led presentano il vantaggio di avere un basso consumo energetico e di durare a lungo, dalle 35 mila alle 50 mila ore e oltre se l’utilizzo della lampada è discontinuo. Inoltre, i dispositivi luminosi semiconduttori emettono una luce fredda, che nel caso dell’impiego in ambito estetico è particolarmente significativo perché mette al riparo da possibili scottature alle mani, e sono resistenti.
Dal punto di vista dell’onicotecnica, i Led sono vantaggiosi perché polimerizzano lo smalto semipermanente in maniera più rapida rispetto agli UV, ma non sono universali, ovvero possono essere utilizzati solo con alcune tipologie di prodotti.
Lampada per smalto semipermanente UV
Le lampade per smalto semipermanente UV sono così dette perché i bulbi per la polimerizzazione emettono radiazioni elettromagnetiche prevalentemente nella gamma degli ultravioletti.
Da un punto di vista generale, le lampade UV presentano un elevato consumo energetico ed emettono una luce calda. I bulbi infatti raggiungono temperature comprese tra 50°C e 70°C – talvolta anche 80°C – con il rischio di causare scottature alle mani. Inoltre sono particolarmente fragili, cosa che rende i dispositivi che li utilizzano molto delicati da maneggiare.
Per lo specifico uso onicotecnico, invece, le lampade UV hanno l’innegabile vantaggio di essere universali, ma hanno tempi di polimerizzazione dello smalto più lunghi di quelle Led.
Lampada per smalto semipermanente: fa male?
La diffusione della manicure con smalto semipermanente ha portato con sè inevitabili dubbi sulla sicurezza del metodo, aprendo il dibattito sulla pericolosità delle lampade UV.
Secondo uno studio condotto qualche tempo fa presso la School of Medicine di New York, i fornetti che utilizzano bulbi che emettono radiazioni elettromagnetiche ultraviolette avrebbero un impatto pari a quello delle lampade abbronzanti e – di conseguenza – esporrebbero allo stesso modo al rischio di sviluppare tumori della pelle.
Un’ipotesi condivisa anche dalla ricerca effettuata da un team di studiosi della Georgia Regents University di Augusta, negli USA, che tuttavia specificano che i fornetti più pericolosi sono quelli ad alto voltaggio e che “il rischio di cancerogenesi rimane basso“ anche con esposizione numerose.
Per il direttore del Dipartimento Melanoma dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli Nicola Mozzillo, invece, la potenza delle lampade per smalto semipermanente UV è assimilabile a quella degli strumenti utilizzati per lo sbiancamento dei denti e la probabilità di sviluppare un tumore epidermico “dovrebbe riguardare esclusivamente una piccola fetta di utenti“, come riportato da Il Corriere della Sera.
Tutti gli specialisti, comunque, sono d’accordo nell’invitare a utilizzare il buonsenso nell’impiego dei fornetti, scegliendo prodotti di qualità, limitando le esposizioni e usando filtri solari e appositi guanti da manicure che lasciano scoperte solo le unghie.
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